La Chiesa «diventa madre... accogliendo con fedeltà la parola di Dio».
Come Maria che ha creduto per prima, accogliendo la parola di Dio a lei rivelata nell'annunciazione, e rimanendo ad essa fedele in tutte le sue prove fino alla Croce, così la Chiesa diventa madre quando, accogliendo con fedeltà la parola di Dio, "con la predicazione e il battesimo genera a una vita nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio".
Questa caratteristica «materna» della Chiesa è stata espressa in modo particolarmente vivido dall'Apostolo delle genti, quando scriveva:
«Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore, finché non sia formato Cristo in voi!»
(Ga 4, 19)
In queste parole di san Paolo è contenuta una traccia interessante della consapevolezza materna della Chiesa primitiva, legata al suo servizio apostolico tra gli uomini.
Tale consapevolezza permetteva e permette costantemente alla Chiesa di vedere il mistero della sua vita e della sua missione sull'esempio della stessa Genitrice del Figlio, che è il «primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29).
Si può dire che la Chiesa apprenda da Maria anche la propria maternità: essa riconosce la dimensione materna della sua vocazione, legata essenzialmente alla sua natura sacramentale, «contemplando l'arcana santità di lei, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre».
Se la Chiesa è segno e strumento dell'intima unione con Dio, lo è a motivo della sua maternità: perché, vivificata dallo Spirito, «genera» figli e figlie dell'umana famiglia a una vita nuova in Cristo. Perché, come Maria è al servizio del mistero dell'incarnazione, così la Chiesa rimane al servizio del mistero dell'adozione a figli mediante la grazia.
Al tempo stesso, sull'esempio di Maria, la Chiesa rimane la vergine fedele al proprio sposo:
«Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo sposo». (Lumen Gentium 64).
La Chiesa è, infatti, la sposa di Cristo, come risulta dalle Lettere paoline (Ef 5,21); (2Cor 11,2) e dall'appellativo giovanneo: «la sposa dell'Agnello» (Ap 21,9). Se la Chiesa come sposa «custodisce la fede data a Cristo», questa fedeltà, benché nell'insegnamento dell'apostolo sia divenuta immagine del matrimonio (Ef 5,23), possiede anche il valore di tipo della totale donazione a Dio nel celibato «per il Regno dei cieli», ossia della verginità consacrata a Dio (Mt 19,11); (2Cor 11,2).
Proprio tale verginità, sull'esempio della Vergine di Nazareth, è fonte di una speciale fecondità spirituale: è fonte della maternità nello Spirito Santo.
Ma la Chiesa custodisce anche la fede ricevuta da Cristo: sull'esempio di Maria, che serbava e meditava in cuor suo (Lc 2,19) tutto ciò che riguardava il suo Figlio divino, essa è impegnata a custodire la Parola di Dio, ad indagarne le ricchezze con discernimento e prudenza, per dame in ogni epoca fedele testimonianza a tutti gli uomini.
Papa Giovanni Paolo II,
Lettera enciclica Redemptoris Mater, 25 marzo 1987, n°43