Enciclopedia mariana

Il dogma, la sua trasmissione e la sua interpretazione

Il dogma, la sua trasmissione e la sua interpretazione

La questione dogmatica contemporanea si dibatte, osserva Joseph Ratzinger, tra storicità, interpretazione, possibilità di trasformazione, necessità di possedere una comune grammatica-professione di fede [...]

 

" Come il teologo in una interpretazione teologica della Scrittura parte dalla totalità della Bibbia [...] così anche il dogma lo si deve comprendere solo nell'unità della storia dei dogmi...

In tal modo bisogna riconoscere un duplice principio, interno all'interpretazione dei dogmi: a) il dogma, in quanto spiegazione della Scrittura, si deve continuamente riportare all'oggetto della sua interpretazione ; b) il dogma dev'essere compreso nell'unità della sua storia particolare.

L'uno e l'altro di questi principi sono ben lontani da una modernizzazione alienante ; non possono assolutamente avere il senso di diluizione del dogma stesso ; esigono che esso sia inteso nella sua propria storicità così da rendere possibile per la teologia cattolica non solo una storia introduttiva ad esso, ma veramente una storia del dogma in se stesso."[1]

 

Una verità proclamata come definitiva dalla Chiesa, spesse volte suscitata ed esigita come necessaria censura e chiarimento dottrinale ad errate interpretazioni della fede, non deve essere considerata solo come fase terminale di un processo oramai acquisito ; ma anche come un "nuovo inizio", poiché rimangono sempre aperte altre questioni che la teologia potrà approfondire nei suoi significati e nelle sue implicanze culturali ed interdisciplinari.

 

Occorre pertanto, sotto la guida dello Pneuma di verità, conservare l'identità del fatto cristiano originario attraverso le trasformazioni storiche e culturali. Per quanto riguarda l'utilità di un nuovo linguaggio dovuto al cambiamento dell'orizzonte culturale, va sempre tenuta presente la necessità di mantenere il "senso profondo" delle formule dichiarative della fede[2]. [...]

 

È valida la proposta di un'ermeneutica globale : fedeltà al passato, risposta al presente, cui deve seguire il momento della comprensione del passato e del presente nella prospettiva del futuro. Non quindi "sola Scriptura", "sola Traditio", o "solum Magisterium", ma nemmeno "sola Existentia" o "sola Experientia"[3].

 


[1] J. Ratzinger, Natura e compito della teologia. Il teologo nella disputa contemporanea. Storia e dogma, Jaca Bock, Milano 1993, pp. 128-129.

[2] cfr. C. Molari, La fede e il suo linguaggio, Cittadella, Assisi 1972, pp. 60-65; 86-96

[3] cfr. A. Amato, Problemi di ermeneutica del linguaggio con particolare riferimento alla mariologia, cit., pp. 220-221


S.-M.. PERRELLA, Maria vergine e madre,

la verginità feconda di Maria tra fede, storia e teologia,

San Paolo, 2003, p. 45-48