Conosciamo delle tracce di pietà mariana negli primi secoli :
A) Graffiti scoperti a Nazaret, nel presunto luogo dove la Vergine ricevette l'annuncio dell'angelo, commoventi testimonianze di pellegrini andati a Nazaret per venerare la Vergine e affidarsi alla sua protezione[1].
B) Tracce di pietà mariana rilevate a Gerusalemme nella cosiddetta «tomba di Maria»[2].
C) L'epitaffio di Abercio, vescovo di Gerapoli in Frigia, databile tra il 170 e il 200 [3] : "La fede mi condusse in ogni luogo e dovunque mi imbandì come alimento il pesce di Fonte, grandissimo, puro, che la casta Vergine prende e porge agli amici perché si nutrano sempre, avendo un vino gradevole che si offriva misto (con acqua) insieme al pane." [4] Nell'espressione casta Vergine sembra percettibile un senso di stupore per il mistero della concezione verginale, e di ammirazione per la madre di Gesù, il quale si da ovunque nell'eucaristia ed è simbolizzato con il pesce.
D) Varie epigrafi paleocristiane di Roma, di cui una, in linguaggio crittografico, costituisce una singolare acclamazione alla vittoria di Cristo, Maria, Pietro.[5]
E) Graffiti tale il graffito vaticano "Florenti vivas cum Maria in Cristo", le quali attestano che già nell'epoca prenicena la Vergine «veniva considerata protettrice dei defunti e loro benevola mediatrice presso Cristo».[6]
F) L' «iconografia mariana» delle catacombe di Priscilla sulla via Salaria
a. L'Adorazione dei magi, nell'arco centrale della «cappella greca», la cui decorazione risale alla metà del secolo terzo[7] ;
b. La Vergine con il Bambino, famosissima pittura situata nella cosiddetta «cripta della Madonna», cioè in uno dei nuclei più antichi della catacomba, che può collocarsi intorno al primo decennio del III secolo[8] ;
c. La cosiddetta Annunciazione, sulla volta di una camera funeraria risalente alla fine del secolo II.
[1][1] B. BAGATTI, Gli scavi di Nazaret, I. Dalle origini al secolo XII, Gerusalemme 1967 pp. 146-152; E. TESTA, Nazaret Giudeo-Cristiana, Gerusalemme 1969, passim.
[2] B.BAGATTI Nuove scoperte alla tomba della Vergine a Getsemani, in «Studi Biblici Francescani Liber Annuus», 22 (1972), pp. 236.290; ID., Ricerche sulle tradizioni della morte della Vergine, in «Sacra Doctrina», 18 (1973), pp. 185-214.
[3] B. EMMI, La testimonianza mariana dell'epitaffio di Abercio, in «Angelicum», 46 (1969) : pp. 232-302.
[4] P. TESTINI, Archeologia cristiana, Edipuglia, Bari, 1980, p. 425.
[5] M. GUARDUCCI Maria nelle epigrafi paleocristiane di Roma. In «Marianum», 25 (1963). pp. 248-261, soprattutto pp. 249-252;
[6] F. TOLOTTI, Il Cimitero di Priscilla. Studio di topografia e architettura, Città del Vaticano 1970, pp.258-275.
[7] P. TESTINI, Le catacombe e gli antichi cimiteri cristiani in Roma, Bologna 1966, p. 288.
F. Breynaert,
Cf. Ignazio CALABUIG, Il culto di Maria in occidente, In Pontificio Istituto Liturgico sant'Anselmo. Scientia Liturgica, sotto la direzione di A.J. CHUPUNGCO, vol V, Piemme 1998. p. 275-277