Uno splendido esempio dell'atteggiamento interiore di san Germano di Costantinopoli (†733) verso Maria possiamo attingerlo dalla prima omelia per la Presentazione di Maria al tempio.
"Ave, o tu che sei il trono santo di Dio, offerta divina, casa della gloria, splendore bellissimo, gioiello scelto, universale propiziatorio, cielo che narra la gloria di Dio, oriente che fa spuntare una luce intramontabile...
Ave, Maria, piena di grazia, più santa dei santi, più gloriosa dei cherubini, più onorata dei serafini, venerabile al di sopra di tutta la creazione: tu con la tua gloriosa e splendente presentazione porti a noi il ramoscello di ulivo liberatore dal diluvio universale.
O colomba, che ci porti la lieta novella del porto di salvezza... urna tutta d'oro che contieni la dolcezza delle nostre anime e cioè Cristo nostra manna."(1)
Dal ritmo poetico del testo e dal colore delle allegorie e della metafore, emerge la sua forte convinzione : la divina maternità appare alla sua mente quale fondamento evidente e radice della sua straordinaria santità e grandezza.
Essendo infatti il trono di Dio, la casa della gloria, l'urna d'oro che contiene Cristo nostra manna, per questo Maria è piena di grazia, è il santo dei santi.
Le conseguenze della maternità divina toccano anche noi : Maria offre a noi il ramo d'ulivo liberatore e ci porta la buona novella dell'albero della salvezza.
[1] Omelia per la Presentazione N° 17-18, PG 98,308 AC.
L. Gambero