Le mie labbra si sono chiuse e la mia lingua tace, il mio cuore brucia consumato dalla contrizione che lo brucia dall'interno, e a te, o Vergine, rivolge le sue grida di dolore.
Guarda dall'alto verso di me, o Madre di Dio, con compassione chinati e fammi visita ; vedendoti io uscirò con gioia dal corpo che mi avvolge.
O Sovrana, affidami alle mani pure e sante dei santi angeli ; così protetto dalle loro ali, che no veda l'infame, spaventosa e tenebrosa immagine dei demoni.
Camera nuziale di Dio venerata, rendimi degno di entrare nel talamo nuziale del cielo dopo aver acceso, o Vergine immacolata, la lampada, spenta e oscurata, con l'olio santo del tuo amore.
Canoni vari alla Madre di Dio. Modo plagale secondo ; Ode VI.
G. Gharib e E. Toniolo (ed) Testi mariani del secondo Millennio.
1. Autori orientali, Città nuova Roma 2008, p. 94
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