L'opera consta di tre parti, probabilmente indipendenti, unite non dopo il II secolo;
probabilmente l'Autore è un giudeo-cristiano della diaspora (Alessandria?);
risale alla seconda metà del II secolo.
L'opera nel suo insieme costituisce una vivace risposta, in parte erudita e in parte popolare alle calunnie sul mistero del concepimento verginale di Gesù e di conseguenza sulla figura etica della Madre di Gesù di cui l'autore sottolinea la dignità e l'innocenza.
Questo documento arcaico che ha per soggetto la Vergine Maria nel mistero di Cristo ha avuto una grande diffusione nel mondo cristiano ed è circondato di molta attenzione e venerazione da parte dei Padri della Chiesa dell'Oriente [1].
[1] Cf G. GORI, Gli Apocrifi e i Padri, in Complementi interdisciplinari in Patrologia, a cura di A. QUACQUERELLI, Roma 1987.
A. Gila