Il Transitus Virginis o Dormitio Mariae

Il Transitus Virginis o Dormitio Mariae

Contenuto

È un documento che presenta gli ultimi istanti della vita terrena di Maria e si preoccupa di far presagire al lettore che nel caso di Maria il corpo non subì gli effetti della decomposizione del sepolcro, ma fu portato in cielo.

 

Datazione

Il testo più antico (parzialmente conservato in greco e più completamente in etiopico) è attribuito ad un certo Leucio, discepolo di S. Giovanni;

La composizione nella forma attuale risale al IV-V secolo. Ma in esso «sono state conservate notizie e forme letterarie giudeo-cristiane, più evidenti nel codice Vaticano greco 1892, che autorizzano l'ipotesi di un archetipo risalente ai secoli II-III» [2]. Lo studioso B. Bagatti che ha approfondito molto questo documento in rapporto anche alle scoperte archeologiche, afferma che esso nella sua redazione primitiva «va riportato ad un periodo assai anteriore al IV secolo» [3].

 

Armonia con l'archeologia

Ciò che colpisce molto in questo documento è la sorprendente coincidenza dei dati offerti dalle scoperte archeologiche con quelli da esso trasmessi : le tre camere sepolcrali messe in luce dagli scavi corrispondono alle tre camere descritte nella versione siriana del documento.

Questo documento non ha avuto troppa fortuna presso i Padri dei primi quattro secoli perché proveniente dalla chiesa giudeo-cristiana che aveva una vita ed una attività separata da quella dei cristiani di origine pagana. Non va dimenticato che la Chiesa giudeo-cristiana fu considerata scismatica nei primi secoli della Chiesa [4].

 

Importanza

Il messaggio fondamentale dello scritto pseudoepigrafico risalente al II-III secolo (ora perduto, ma sostanzialmente presente nei codici del IV-V sec. doveva essere questo: il corpo di Maria Vergine Madre del Signore non si decompose, ma seguì la sorte di quello di suo Figlio.

Se questa ipotesi di studio corrisponde al reale svolgimento dei fatti, allora possiamo concludere che la fede della Chiesa nell'Assunzione corporea di Maria al cielo rientra in una tradizione ininterrotta e viva anche se l'evento è avvolto nel velo del mistero.

 


[1] Per questo delicato ed interessante tipo di letteratura protocristiana pseudo-epigrafica, cf B. BAGATTI, Le due redazioni del "Transitus Mariae", in «Marianum» 32 (1970), 279-287; E. PERETTO, o.c., 112-113.

[2] Cf. A. WENGER, L'Assomption de la T. S. Vierge dans la tradition byzantine, du VIe au Xe siècle, études et documents, p. 209-241 ; B. BAGATTI, S. Pietro nella "Dormitio Mariae", in «Bibbia e Oriente» 13 (1971), 42-49.

[3] B. BAGATTI, Le due redazioni del "Transitus Mariae", o.c., 287.

[4] Un'ottima sintesi di tutta questa interessante ipotesi si trova in G. BESUTTI, Ricerche storiche sull'Assunzione di Maria, in «Riparazione Mariana» 1978/4, 5-6.

 

A. Gila

 

 

L'apocryphe de la Dormition