Una bimba andava, a fianco di sua madre, incontro al tramonto, nella dolcezza di una primavera in cui tutta la natura era come sospesa dalla gioia [...]. Il raccoglimento della sera si stendeva silenzioso sui vigneti avvolti d'ombra. Il lago era immobile come uno sguardo contemplativo nell'orbita infuocata dei monti. La terra, nel fogliame popolato di ali, cantava l'inno della vita.
Le due viandanti avanzavano in questa gloria senza dir nulla, nell'emozione di una scoperta in cui comunicavano intimamente. D'un tratto, inebriata dalla bellezza della spettacolo e non sapendo come render grazie per tanta gioia, la bimba si getta al collo di sua madre, dicendole con fervore:
« Mamma, sei nata dal mio cuore ».
Una restituzione analoga, infinitamente più reale, ci propone l'amore divino; ha voluto infatti, in noi, nascere da noi, affinché la sua vita in noi sia il frutto del nostro amore e l'attuazione della nostra fecondità:
"Chiunque fa la volontà del Padre mio che è Dei cieli, mi è fratello e sorella e madre."
(Mt 12, 50)
Maurice ZUNDEL, Madre della Sapienza, ed. Corsia dei Servi, Milano 1954, p. 123-124