Enciclopedia mariana

Marco 3, 31-35 e Lc 8,19-21

Marco 3, 31-35 e Luca 8,19-21

 

Mc 3, 31-35

« 31 Nel frattempo viene la sua madre con i soi fratelli, e, fermatisi fuori, lo mandarono a chiamare. 32 Or la folla sedeva intorno a lui; e gli dissero: «Ecco, tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e ti cercano». 33 Ma egli rispose loro, dicendo: «Chi è mia madre, o i miei fratelli?». 34 Poi guardando in giro su coloro che gli sedevano intorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli. 35 Poiché chiunque fa la volontà di Dio, questi è mio fratello, mia sorella e madre». »

(Mc 3,31-35)

Luca 8, 19-21 :

« 19 Or sua madre e i suoi fratelli vennero da lui, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. 20 E da alcuni gli fu riferito: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e ti vogliono vedere». 21 Ma egli, rispondendo, disse loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che odono la parola di Dio e la mettono in pratica »

(Lc 8,19-21)

 


Una prima modifica importante introdotta da Luca consiste nell'aver utilizzato la pericope dei parenti come conclusione del discorso in parabole (Lc 8,4-18).

In tal modo viene subito evidenziato che il punto della pericope è l'ascolto e la pratica della Parola, le sole due cose che rendono veramente parenti di Gesù, membri della sua famiglia.

 

La parola di Gesù rivolta ai parenti e alla folla riprende Lc 8,15  mostrandone l'importanza e l'efficacia: il primo frutto della parola è la familiarità con Gesù.

 

Oltre aver modificato la collocazione, Luca ha nella stessa pericope introdotto profonde modifiche. Riducendo al minimo i tratti narrativi, concentrando interamente l'attenzione sull'ascolto e la pratica della Parola di Dio.


Ha poi spogliato la pericope di tutti quei tratti che potevano far supporre l'esistenza di un contrasto fra Gesù e la sua famiglia. Il verbo introduttivo significa "diventare vicino", un verbo discreto che non avanza alcuna pretesa. E la sua forma al singolare pone in rilievo la figura della madre, che ne è il soggetto: "Un giorno si avvicinò la madre e i suoi discepoli". La venuta dei parenti esprime soltanto il desiderio di "vedere" Gesù. Sempre allo scopo di eliminare il contrasto, l'evangelista ha anche tralasciato la dura domanda di Gesù ("chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?"), come pure l'antitesi racchiusa nel suo gesto e nella sua provocatoria affermazione: "Ecco mia madre e i miei fratelli".


Di per sé la versione lucana non dice qualcosa di direttamente mariologico, anche se le modifiche operate dall'evangelista mostrano un suo interesse mariano : quello, appunto, di evitare ogni possibile equivoco sulla sua figura.

Ma la tesi di fondo resta l'altra: si è in comunione con Gesù - nel duplice senso di uniti a Lui e inseriti nella sua comunità - solo tramite l'ascolto e la pratica della Parola di Dio, una regola, questa, che non concede eccezione, neppure per i parenti, neppure per la madre.

Che poi la Madre sia il modello dell'ascolto e dell'accoglienza della Parola l'evangelista l'ha già detto
(Lc 1,38; 2,19.51) e ogni lettore, giunto a questo punto del racconto evangelico, lo deve sapere. Il vangelo deve sempre essere letto come un tutto. La vera beatitudine è per Luca quella dell'ascolto e della pratica della Parola (Lc 11,27-28), e per lo stesso motivo Maria è già stata detta beata (Lc 1,45).
Si può infine aggiungere che se Luca non parla qui di "incomprensione", è anche perché ne ha già parlato prima a modo suo (Lc 1,33; 1,50). Per l'evangelista Maria è al tempo stesso la prima credente e colei che non sempre comprende. Nessuna contraddizione. Luca sa bene che la fede non chiude il cammino, ma lo apre.

 

 


 

Bruno MAGGIONI
Estratti da Bruno MAGGIONI, Lettura sincronica di Mc 3,20-21.31-35 e par,

in Theotokos II (1994/2) p.11-26, pp. 22-26, estratti scelti da F. Breynaert