Il cammino esterno riflette un cammino interiore.
Mentre Maria percorre in fretta le vie tortuose della montagna, dentro di lei si snoda un itinerario interiore di fede che va dall'adesione docile del fiat all'esplosione gioiosa del Magnificat, dall'essere visitata da Dio all'essere visita di Dio per altri. Salendo sulla montagna Maria sente di non essere sola. Il Figlio di Dio è presente, nascosto in lei. II saluto dell'angelo a Nazaret: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28), che ella faticava a comprendere in pieno, ora si fa esperienza reale e convinzione profonda.
Origene vede in questo cammino in salita il simbolo dell'ascensione interiore di Maria sulle vette della perfezione.
«Era necessario che Maria, che era quanto mai degna di essere madre del Figlio di Dio, salisse alla montagna dopo il colloquio con l'angelo, e dimorasse sulle vette»[1].
Con la guida dello Spirito Maria percorre rapidamente la strada trasformante della sua configurazione a Cristo, magnificando, cioè rendendo grande in sé l'immagine divina. [2]
Il cammino da Nazaret ad Ain Karim, dal fiat al Magnificat, è un simbolo dell'itinerario di ogni cristiano che compie il suo pellegrinaggio della fede, dall' adesione iniziale al progetto di Dio fino alla piena esperienza di esso, passando attraverso una «salita» graduale: salire sul monte delle beatitudini per ascoltare Gesù, salire sul Tabor per contemplare la sua gloria, salire sul Calvario per partecipare alla sua passione, salire sul monte della Galilea per ricevere il suo mandato missionario, salire nella stanza superiore per accogliere il suo Spirito.
[1] ORIGENE, Omelie su Luca VII 2, in SC 87,156.
[2] Cf ivi, VIII 1-6, in SC 87,164-170.
Maria Ko Ha Fong,
Lectio divina su Lc 1,39-45 in “Theotokos”, 1997, n° 1,
pp. 177-195 p. 183