Quando Gesù ebbe dodici anni, alla fine di tre giorni di ricerca, i suoi genitori lo trovarono nel Tempio, seduti fra i dottori. Hanno sofferto di averlo perso apparentemente senza ragione. Allora, Maria interrogò suo figlio:
« Figlio, perché ci hai fatto così ? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo »
(Lc 2, 48)
Il "perché" di Maria fa eco al "perché" di Giobbe :
« Perché nascondi il tuo volto e mi consideri come un tuo nemico? »
(Gb 13, 22-24)
Maria interroga Gesù che sembrava indifferente alla tempesta suscitata nei suoi genitori.
Un tempo, Giobbe interrogava Dio ed intavolava un dibattito.
Anche Maria lo fa, ma con una grande dolcezza: nelle sue parole traspare l'amore e la convinzione che Dio non si disinteressa né della loro sofferenza né degli assalti dell'angoscia. Gesù risponde. Accetta l'atteggiamento di Maria, come un tempo Dio aveva accettato l'atteggiamento di Giobbe.
Il desiderio di vedere Dio, di godere della sua presenza
Più che guarire dalla sua malattia, vincere il processo che gli fanno i suoi amici e ritrovare l'onore, ciò che voleva Giobbe era vedere Dio:
"Ma io so che il mio Redentore vive [...] nella mia carne vedrò Dio." (Gb 19, 25-26)
E proprio, alla fine dei carmi di Giobbe, cosa accade ?
Dio non risponde né alle sue rivendicazioni né ai suoi scandali, non risponde alle domande sulla sofferenza, non era l'essenziale. Dio ha risposto: si è manifestato. E Giobbe è liberato dalla sua solitudine. Giobbe ha l'intelligenza per approfondire le domande umane, ciò che gli mancava, era vedere Dio:
"Adesso i miei occhi ti hanno visto." (Gb 42, 5)
E cosa è avvenuto di Giuseppe e Maria ?
"Non compresero la parola che Gesù aveva detto loro." (Lc 2,50)
Come Giobbe, Giuseppe e Maria non hanno spiegazioni riguardo al senso della loro sofferenza. Ma hanno qualche cosa più importante : vedono Dio, sono nella presenza di Gesù.
"Ed egli scese con loro, tornò a Nazaret e stava loro sottomesso." (Lc 2, 51)
La sottomissione di Gesù ai suoi genitori, come il ritorno di Giobbe ad una vita felice mostra che la sofferenza è una prova che rivela finalmente la giustizia dell'innocente.
Come l'episodio di Gesù a dodici anni, la Passione di Gesù si svolge a Gerusalemme durante la Pasqua ebraica. Nel silenzio di Maria al calvario, c'è posto per un'intensa relazione con Dio, un sorprendente "perché ?", una muta rivendicazione di innocenza. Ma il suo cuore non può essere contento se non della visione di Dio, una visione che sarà quella del mattino di Pasqua.
Dopo la Passione, il terzo giorno, Maria ed i discepoli non hanno molte spiegazioni da parte del Risorto, ma hanno la sua presenza, lo vedono.
F. Breynaert
Estratti da :
Françoise Breynaert, A l’écoute de Marie II,
Préface Mgr Rey, Brive 2007, tome II, p. 31-32