Teodore Studita

Teodore Studita

Vita di Teodore Studita

Studion (in latino : Studium), è il monastero più importante di Costantinopoli. È stato fondato e 462 dal console Studios ed è stato dedicato a san Giovanni Battista. Più tardi, i monaci del monte Athos e molti altri monasteri bizantini hanno adottato la sua regola. Ancora oggi i monaci dello Studion hanno influenza.

 

Teodore Studita nacque a Costantinopoli verso il 759. Fù un grande asceta e difensore del culto delle icone. Teodoro è noto anche per aver cantato la santità della Madre del Signore : ha arricchito la liturgia bizantina con inni. A 35 anni venne nominato igumeno del famoso cenobio di Studion ed esercitò questa funzione fino alla morte. Egli fu indubbiamente uno dei più eminenti riformatori del movimento monastico orientale.

Durante la seconda fase della persecuzione iconoclasta, Teodoro pagò le sue convinzioni ortodosse con la prigione e l'esilio, dove fu Costretto a recarsi per ben tre volte e dove fu anche sepolto. Solo dopo il ritorno dell'ortodossia, il suo corpo fu riportato trionfalmente a Costantinopoli nell'844. La Chiesa bizantina lo venera come santo.

 

Teologia dell'icona di san Theodore Studita

Gli iconoclasti insistevano sul l'assoluta impossibilità che la realtà soprannaturale venisse rappresentata sensibilmente; per conseguenza l'umanità glorificata del Cristo non poteva essere adeguatamente dipinta su un'icona, essendo stata trasfigurata dalla gloria, divinizzata e pertanto inafferrabile.

Teodoro prende la difesa delle icone perché si rende conto perfettamente che il loro rifiuto si risolve in ultima analisi in un rifiuto del mistero dell'Incarnazione. Negare che il Cristo possa essere dipinto significa negare che egli abbia un aspetto corporeo.

Perciò agli iconoclasti i quali osservavano che sarebbe disonorevole per Cristo venire raffigurato con procedimenti materiali; e che per noi è meglio contemplarlo nella visione dello spirito, lo Studita replica:

"Ciò che a te pare sconveniente e disprezzabile, a Dio è parso conveniente e nobile. Magnificenza del mistero!.. Se la sola contemplazione dello spirito fosse stata sufficiente, si sarebbe accontentato di venire tra noi in questo modo. A che pro allora questa apparenza e questa finzione, se non voleva rivestire realmente il nostro corpo ?"(1)

 

Se Cristo ha preso la nostra carne, non solo è possibile ma addirittura doveroso raffigurarlo :

"E Dio, apparso nella carne per essere dipinto secondo la carne, senza Dubbio ama essere contemplato nella sua materia, lui che è stato visto nella materia...O prodigio! Egli si rende in qualche modo presente allorché viene dipinto."(2)

 

Questa presenza costituisce giustamente il fondamento del culto che viene reso all'icona. Questa viene in certo qual modo personalizzata. Le imagini di Cristo o di Maria sono il Cristo e Maria, salva ovviamente la differenza tra l'immagine e la persona in quanto tale. A Cristo si deve il culto di latria perché Dio; alle sue icone e a quelle della Vergine il culto relativo dovuto alle cose sante.(3)

 

Maria è santa

Teodoro Studita ha un elevato concetto della santità della Madre del Signore, che egli descrive non solo come assenza di peccato. A questo proposito qualche studioso pensa che Teodoro includa anche l'assenza del peccato originale.(4)

 

La devozione mariana

La Vergine continua a svolgere un ruolo di mediatrice e di interceditrice a favore dei credenti presso il trono di Dio, essendo rivestita di una dignità e di un potere regale ; e interviene anche nella loro vita, mettendo in fuga il demonio e proteggendo li dal male.

La devozione mariana predicata da Teodoro comporta pure una specie di timore riverenziale verso la Madre del Signore ispirato dalla sua grandezza, dignità ed esaltazione celeste.

Teodoro è anche il primo ad informarci della pratica del digiuno di quaranta giorni in preparazione alla festa dell'Assunta, il 15 Agosto.

 

 


[1] Antirrheticus I, PG99, 336-337.

[2] Antirrheticus III, PG99,414

[3] PG99,1471

[4] Cf M. Jugie, L’Immaculée Conception dans l’Ecriture et la tradition orIentale, PAMI, Roma 1952,130-132.

 

Bibliografia.

Le opere dello Studita sono edite in PG 99; ma l'omelia sulla Natività di Maria si trova in PG 96, tra le opere del Damasceno.

L'omelia sulla Dormizione, vedi lo studio e la traduzione italiana di M. De Rosa, Dormizione vitale della Madonna, Atessa 1976, 11-20.

M. Jugie, La doctrine mariale de saint Théodore Studite, in EO 25 (1926),421-427; H. M. Guindon, De la proskynèse chez Saint Théodore le Studite à l'exemplarité mariale de Vatican II, in De Cultu mariano saeculis VI-.XI, vol. 111, Roma 1972, 349-382;

J. Esquerda Bifet, Culto y devociòn mariana en San Teodoro Studita, in De Cultu mariano saeculis VI-.XI, vol. 111, Roma 1972, 383-394.

 

L.Gambero,

pontificia facoltà Marianum , Roma