Nella basilica santa Maria maggiore di Roma c'era una molto vecchia iscrizione in latino, adesso persa, risale verso il secolo V :
"Virgo Maria, tibi Xystus nova tecta dicavi,
digna salutifero munera ventre tuo.
Tu genitrix ignara viri, te denique foeta
visceribus salvis edita nostra salus:
Ecce tui testes uteri tibi praemia portant
sub pedibusque iacet passi o quaeque sua,
ferrum, flamma, ferae, fluvius, saevumque venenum;
tot tamen has mortes una corona manet."[1]
Traduzione :
"Vergine Maria, io Xystus (papa Sisto)
ho dedicato al tuo seno che porta il saluto
un degno nuovo tetto (= una nuova Chiesa).
Tu, Madre che non ha conosciuto uomo,
sei diventata incinta mantenendo integre le tue viscere,
e di te è venuto fuori il Salvatore.
Ecco i testimoni del tuo seno,
ti portano i prezzi sotto i loro piedi, gli strumenti della loro Pasqua:
la spada, il fuoco, l'animale selvaggio, il fiume, ed il veleno violento ;
tutti sono morti, ma per ciascuno rimane una corona."
Spiegazione:
È un'invocazione, una preghiera a Maria.
La preghiera rievoca la verginità di Maria nella concezione e nel parto, segno della natura umana e divina di Cristo. I "testimoni del tuo seno" sono i martiri (i testimoni) di Cristo (il tuo seno).
I martiri, come un tempo i pastori, vengono verso Maria per adorare Cristo. L'omaggio ai martiri è legato all'omaggio verso Maria.
[1] E. DIEHL, Inscriptione latinae christianae veteres, I, Berlin 1925. n.976. pp. 182-183.
F.Breynaert,
Ringraziando padre Ignazio Calabuig