S. Paolo (Ga 4, 4-6) : la maternità divina

S. Paolo (Ga 4, 4-6) : la maternità divina

In Gal 4,4-6 l'apostolo scrive:

« Quando venne la pienezza nel tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna [ghenômenon ek ghynaikôs], nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l'adozione a figli.

E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre ! »

Ga 4, 4-6

 

a. La divinità di Cristo

Gal 4,4 fa parte di quei brani del NT stilati secondo un cosiddetto " schema di invio" (Gal 4,4; Rm 8,3-4; Gv 3,16; 1 Gv 4,9). In essi, infatti, si parla di Dio (Padre) che " manda" (Gal, Rm, 1 Gv), che "dona" (Gv) il proprio Figlio al mondo. Ciò comporta di conseguenza, che il Figlio "mandato da Dio sia preesistente come "Figlio del Padre". Con l'Incarnazione, egli non comincia ad esistere in senso assoluto; semmai è un inizio relativo, in quanto cioè dal suo modo di essere, quello divino-preesistente, passa ad un'altra forma di esistenza, quella secondo la carne.

Quando Paolo parla di Gesù Cristo come "Figlio del Padre", egli usa questo appellativo in senso pieno. Gesù di Nazaret non è soltanto un uomo particolarmente caro a Dio, o come figlio prediletto. È Dio in senso vero e proprio. Così lo ha rivelato il Padre, quando lo ha risuscitato dai morti con la potenza dello Spirito Santo (Rm 1,1-4). E che Gesù sia veramente tale lo dimostrano anche gli effetti della sua venuta fra noi. Per mezzo di lui, infatti, noi pure diventiamo figli di Dio, in virtù dello Spirito Santo, che è lo Spirito di : Gesù (cf. 2 Ts 2,8; 2 Cor 3,17b ; Gal 4,6 ; Rm 8,9 ; Fil 1,19).

Divenuti pertanto "figli nel Figlio" possiamo invocare Dio col nome ineffabile di "Padre".

 

b. La maternità di Maria

- Per venire a questo mondo Dio ha scelto la mediazione di una donna. Benché la Vergine non sia nominata esplicitamente in Gal 4,4, è "da una donna" che il figlio di Dio viene ad essere, cioè nasce come figlio dell'uomo. Egli sarà anche "il figlio di Maria" (Mc 6,3 ; e cf Mt 13,55 ; Gv 6,42).

 

1) "Nato da donna" è un'espressione simile all'altra che suona "generato da donna" Quest'ultima appare cinque volte nel libro di Giobbe (11,2:12 nei LXX; 14,1; 15,14; 25,4), due nei vangeli (Mt 11,11; Lc 7,28) e quattro nei testi di Qumràn (1QS XI,21; 1QH XIII,14; XVIII,12-13.16.23-26).

Essa pone l'accento sulla fragilità della creatura umana, la sua bassezza e anche ciò che ha di impuro: Giobbe dice : «L'uomo, nato da donna, breve di giorni e sazio di inquietudine, come fiore spunta e avvizzisce, fugge come l'ombra e mai si ferma» (Gb 14,1); Elifaz dice : « Che cos'è l'uomo perché si ritenga puro, perché si ritenga giusto un nato da donna ?" (Gb 15,14).

Paolo fa uso di questa espressione per sottolineare l'abbassamento, l'umiliazione cui si è sottoposto il Figlio di Dio facendosi uomo. È ciò che l'apostolo dice in Fil 2,5-8.

 

2) "Sotto la legge": vale a dire la legge mosaica. La società del popolo ebraico si reggeva a norma di quegli ordinamenti, religiose politici insieme. Ognuno di noi è radicato in una terra, in una cultura, in un gruppo sociale. Per divenire pienamente uomo, il Figlio di Dio doveva nascere in una determinata zona del nostro mondo. E quest'area, nei disegni del Padre, era la Palestina con i suoi usi e costumi. Gesù è figlio di questa patria, di cui rispetta lealmente la legge: I suoi genitori lo fanno circoncidere, poi osserva le feste, sale al tempio, obbedisce all'autorità, paga le tasse... Unica eccezione: di quella legge contesta le distorsioni, le interpretazioni di comodo escogitate dagli egoismi gretti di alcuni gruppi di farisei, sacerdoti... Gesù dirà allora; « Voi trasgredite il comandamento di Dio in nome della vostra tradizione." (Mt 15,3.6).

 


A.SERRA

A.SERRA, articolo Madre di Dio, nel Nuovo dizionario di mariologia, a cura di de Fiores, ed. san Paolo 1985, p.725-726