19 marzo, San Giuseppe (Liturgia greco-cattolica)

19 marzo, San Giuseppe (Liturgia greco-cattolica)

La Chiesa ortodossa possedeva già una festa di san Giuseppe, celebrata la domenica dopo Natale. Essendo però l'ufficiatura di quella domenica poco abbondante e troppo assorbita dal mistero natalizio, si è creduto giusto fare una commemorazione specifica del santo prendendo, la data della festa latina.

L'officio, scritto da Ignazio Jarboù, non fa alcun ricorso alla tradizione orientale che vuole che Giuseppe sia sposato in età avanzata.

Ignazio Jarboù fu un cristiano arabo, greco-cattolico. Fu monaco nel convento di San Giovanni di Khonchara, dove fu superiore generale dal 1756 al 1761.

Divenne in seguito arcivescovo di Aleppo e Seleucia (Siria del nord), e la sua morte si fa risalire al 1776.

Tra le opere da lui scritte, figura un ufficio di san Giuseppe di cui fu grande devoto, tanto da dedicargli un convento ad Ain Rummané. Egli lo compose nel gennaio del 1768, mentre si trovava a Makkin, vicino Beirut.

 

Il testo arabo si trova in C. Batlouni, Raccolta di servizi liturgici, Beirut 1886, 105-120. Ne offriamo alcuni brani.

 

Vespri

Il ruolo avuto da Giuseppe all'interno della Sacra Famiglia è visto alla luce della Santissima Trinità di cui egli è stato il degno servitore.

 

Stikira dei salmi [Joseph et la Trinità]

Venite, fedeli, celebriamo la memoria annuale del casto Giuseppe. Scelto da Dio Padre come padre legale del Figlio eterno e dato come grande patrono a noi e liberatore dalle tentazioni, egli rallegra con la grazia i cuori di quanti lo festeggiano con fede, e libera, quanti a lui ricorrono con fede viva, dalle afflizioni e dalle passioni.

O san Giuseppe, tu sei stato eletto quale sposo della Sposa dello Spirito Santo, Maria la Vergine. Per ispirazione divina tu l'hai ricevuta dal tempio, difatti tu avevi confermato con voto di purezza che saresti stato il suo custode come l'angelo di Dio. Tu sei veramente beato, o angelo terrestre e uomo celeste, supplica per la salvezza delle anime nostre.

L'angelo del Signore ti è apparso di notte quando volevi lasciare in segreto Maria Semprevergine dopo esserti reso conto che era incita, e mise fine ai tuoi cupi pensieri (cf. Mt 1, 20s). L'incertezza ha contribuito ad illuminare il tuo cuore puro producendo in te frutti di fede all'infinito. Tu ti sei difatti inchinato davanti al Figlio di Dio incarnato, o Giuseppe, padre di tutti i fedeli.

 

Gloria, t. 5 [Cf. La morte de Giuseppe]

[...]

Noi fedeli, radunati per celebrare la tua memoria, a te rivolgiamo voci di giubilo, dicendo : ‘Rallegrati, giglio puro e profumato ; rallegrati, tu che hai deposto l'anima con gioia nelle mani del mite Gesù e della sposa tanto amata'. Noi ti supplichiamo di intercedere assieme a lei presso la Santissima Trinità, accanto alla quale tu sei presente, di concedere a noi la grande misericordia.

 

Gloria, t. 4 (Giuseppe e lo Spirito Santo]

Giovanni, l'amato tralcio della purezza, ha attinto la pienezza della sapienza dall'oceano inenarrabile della teologia, reclinandosi sul petto del Signore durante la cena (cf. Gv 13, 25) ; lo sposo invece della Vergine, il casto Giuseppe, ha attinto la grazia dello Spirito Santo da questo oceano divino, per l'appoggio dato al Signore Gesù sul suo petto in qualità di figlio.

 

Mattutino

 

Polyeleos e Kathisma, t. 3

Venite, fedeli, dilettiamoci oggi di una mesa solenne, a noi preparata per la memoria del giusto Giuseppe ; egli ha portato frutto abbondante dalla radice di Davide. Cresciuto come la grazia divina dalla sua nascita, il suo corpo sin è ornato della perfetta purezza ed è salito con la mente verso Dio unendosi a lui con il perfetto amore. A lui inneggiamo : ‘La pace sia con te, o giusto Giuseppe, intercessore per le anime nostre'.

 

Ikos

Giuseppe, il figlio di Giacobbe, il padre dei padri, nella sua grande sapienza aveva conservato cibo per i due popoli e fu chiamato casto, avendo trovato grazia presso il re d'Egitto. Egli però non era che un immagine di te, o mirabile Giuseppe, figlio castissimo di Giacobbe. Tu invece hai conservato per i figli ebrei e delle nazioni quel pane vivo disceso dal cielo che dona la vita al mondo. [...]

 

Ode VIII

Giuseppe felicissimo, la tua morte si è compiuta nelle mani di Dio ; essendoti infatti purificato dall'infanzia tu sei diventato custode di colei che era stata colmata di tutte le benedizioni. E assieme a lei tu hai esclamato dicendo : ‘Tutte le sue opere benedicano il Signore e lo esaltino per tutti i secoli.' (Dn 3, 57).

Il giusto Giuseppe ha davvero abbracciato il Dio creatore, davanti al quale tremano gli ordini immateriali, e lo ha abbracciato come bambino, ricevendone luce spirituale, e ha inneggiato dicendo : ‘Tutte le sue opere benedicano il Signore e lo esaltino per tutti i secoli.' (Dn 3, 57).

 

Doxa, t. 8

Oggi la Chiesa senza macchia di Dio si ammanta di luce nel giorno della tua festa, o Giuseppe castissimo. Tu hai difatti reso la tua anima pura nelle mani di Gesù che ti ha trasferito, o fedele servitore, per essere presso di lui nel suo regno celeste. Non cessare di intercedere per noi che veneriamo la tua felice dipartita, in modo da conseguire misericordia e salvezza nel giorno del giudizio.

 


G. Gharib e E. Toniolo (ed) Testi mariani del secondo Millennio. 1. Autori orientali, Città nuova Roma 2008, p. 653-663.