Natale, Maria e la nostra nascita spirituale (Leone Magno †461)

Natale, Maria e la nostra nascita spirituale (Leone Magno †461)

Quest'omelia di san Leone Magno illumina molte formule liturgiche delle messe natalizie del suo tempo (Sacramentarium veronese).

L'omelia dice la gioia e lo stupore. Colui che nasce è Iddio. La sua nascita è verginale. Niente disprezzo per le realtà femminile e materne, il pensiero è rivolto a colui che nasce e alla sua opera, la redenzione.

C'è una spiritualità molto vigorosa e piena di speranza : con la rigenerazione, il battessimo, possiamo rinascere ed avere parte alla nascita di Cristo, la sua nascita senza macchie.

 

« 1. - Dilettissimi, esultiamo nel Signore e con spirituale gaudio rallegriamoci, perché è sorto per noi il giorno della nuova redenzione già ab antiquo preparata; è sorto per noi il giorno della redenzione che offre una eterna felicità (...)

 

Dilettissimi, appena giunti i tempi prestabiliti alla redenzione degli uomini, Gesù Cristo, Figlio di Dio, fa il suo ingresso nella bassa condizione di questo mondo:

discende dalla sede celeste senza, però, allontanarsi dalla gloria del Padre:

è generato in un nuovo stato e con novità di nascita. È nuova il suo stato, perché,

pur rimanendo invisibile nella sua natura è diventato visibile nella natura nostra.

Egli che è l'immenso, ha voluto essere racchiuso nello spazio:

pur restando nella sua eternità, ha voluto incominciare a esistere nel tempo.

Il Signore dell'universo, nascosta sotto il velo la gloria della sua maestà, ha assunto la natura di servo.

Dio, inviolabile, non ha sdegnato di assoggettarsi al dolore;

l'immortale non ha rifiutato di sottomettersi alla legge della morte.

 

Inoltre è stato generato con novità di nascita, perché è stato concepito dalla Vergine ed è nato dalla Vergine senza l'intervento di padre terreno e senza la violazione della integrità della madre. A chi doveva essere il Salvatore degli uomini era conveniente una tale nascita, perché avesse in sé la natura umana e non conoscesse la contaminazione della umana carne. Dio stesso, infatti, è l'autore della nascita corporea di Dio, e l'arcangelo l'ha attestato alla santa Vergine Maria: « Lo Spirito Santo verrà sopra di te, e la potenza dell'Altissimo ti coprirà della sua ombra: per questo il bambino santo che nascerà, sarà chiamato Figlio di Dio.

 

"Dunque la sua origine è diversa dalla nostra, ma la sua natura è uguale alla nostra. Il fatto che la Vergine abbia concepito, che la Vergine abbia partorito e poi sia rimasta ancora Vergine, certamente è estraneo a ciò che di solito avviene tra gli uomini, e si appoggia alla divina potenza.

In questo caso, difatti, non bisogna considerare la condizione di colei che partorisce, ma la decisione di colui che nasce, il quale è nato dall'uomo nel modo che ha voluto e potuto.

Se tu osservi la realtà della natura, costati la sostanza umana;

ma se scruti la causa dell'origine, vi riconosci la potenza divina.

 

Invero, Gesù Cristo, nostro Signore, è venuto per abolire il contagio del peccato, non per tollerarlo ; è venuto per curare ogni malattia di corruzione e tutte le ferite delle anime macchiate. Era dunque opportuno che nascesse in maniera nuova colui che apportava agli uomini una nuova grazia di immacolata integrità.

Era necessario che l'integrità di chi nasceva conservasse la nativa verginità della madre, e che l'adombramento della virtù dello Spirito Santo custodisse il ricercato sigillo del pudore e la casa della santità.

Gesù, difatti, aveva stabilito di rialzare la creatura che era precipitata in basso, di rafforzare la creatura conculcata e di donare e moltiplicare la virtù della pudicizia per cui potesse essere superata la concupiscenza della carne.

Dio ha voluto in tal maniera che la verginità, necessariamente violata nella generazione degli altri uomini, fosse imitabile negli altri con la rigenerazione." [1]

 


[1] È questo un pensiero frequente in san Leone, che in altre parole così può spiegarsi: soggetto perfettamente integro e immacolato è Gesù, fonte di verginità ; egli, facendo rinascere a vita soprannaturale l'uomo nel battesimo, dava il modo per imitare la sua generazione verginale che non può essere imitata dalla naturale umana generazione.


San Leone Magno, papa † 461

San Leone Magno, secondo discorso tenuto nel Natale del Signore,

ed. Paoline, 1965, p. 67-72