San Giovanni della Croce e Santa Teresa d'Avila hanno parlato delle nozze mistiche, del matrimonio spirituale nella settima stanza del castello interiore (Teresa d'Avila) o la viva fiamma d'amore che risuona in un Cantico spirituale (S. Giovanni della Croce).
Contemplato il mistero dell'Incarnazione dove Dio si fa piccolo, santa Teresa vuole sposare in particolare la piccolezza di Gesù e, per questo, si lascia guidare da Maria.
Il suo matrimonio spirituale si apre alla maternità, una fecondità spirituale che, nella sequela della Vergine Maria, permette a Santa Teresa di generare gli altri alla vita divina.
Con la Vergine Maria, Teresa di Lisieux può sposare la piccolezza di Gesù
Per Teresa, come per Francesco, il mistero del presepe resta sempre molto presente; in lui si manifesta l'unione della madre con suo figlio nella povertà.
Con la Vergine Maria, Teresa di Lisieux può sposare la piccolezza di Gesù, come Francesco e Chiara avevano sposato la sua povertà comunicando intimamente ai misteri del suo abbassamento, dall'incarnazione fino alla croce. Con Maria, tutti questi santi hanno comunicato al mistero sconvolgente della povertà e della piccolezza di Dio.
Nella lettera del 25 aprile 1893, attraverso il simbolo del fiore dei campi, Teresa mostra come la piccolezza è il luogo indispensabile dell'unione verginale tra la sposa e lo sposo.
Per essere per lui e per lui solo :
"bisogna essere piccoli, piccoli come una goccia di rugiada" (LT 141).
E' la verginità del cuore come amore indiviso a condurre Teresa a sposare la piccolezza di Gesù donandosi totalmente ed esclusivamente a lui come la piccola goccia di rugiada, la sola che può rispondere alla sua sete d'amore.
Il pellegrinaggio della fede vissuto con Maria
Teresa mostra, a partire dal Vangelo, la povertà spirituale di Maria, affermando che "viveva di fede come noi" (Carnet Jaune 21.8.3).
Teresa lo afferma a proposito dell'episodio evangelico di Gesù smarrito e ritrovato nel tempio:
Madre, il tuo dolce figlio vuole che tu sia l'esempio
Dell'anima che lo cerca nella notte della fede
(P 54/15)
Questo è per Teresa il clima della vita spirituale di Maria a Nazaret:
"So che a Nazaret, Madre piena di grazia,
Vivi molto poveramente, non vuoi niente di più,
Nessun rapimento, miracolo, estasi
abbelliscono la tua vita, regina degli eletti!...
Il nome dei piccoli è ben grande sulla terra
Senza tremare essi possono levare gli occhi a te:
Per la via comune, madre incomparabile,
ti piace camminare per guidarli al cielo"
(P 54/18)
La strofa è particolarmente importante, in quanto rivela il carattere mariano della "piccola via". Teresa approfondisce il mistero della povertà di Maria come povertà spirituale della fede, spogliata di tutte le grazie straordinarie.
Effettivamente la passione di Teresa (che comincia in occasione delle feste pasquali del 1896) è soprattutto caratterizzata dalla dolorosa "prova della fede". In questa occasione Teresa partecipa alla più estrema povertà spirituale di Maria partecipando anche alla sua maternità universale.
La maternità spirituale di Teresa si estende a tutti gli uomini: diviene quindi pienamente missionaria "adottando" in modo del tutto speciale gli atei del mondo moderno. Con la più grande fiducia intercede per loro e prega per la loro salvezza eterna.
L'amore materno di Teresa è vissuto in una fede dolorosa ed in una speranza senza limiti, non solo per lei stessa, ma per gli altri, per tutti. Come il poeta Charles Péguy, suo contemporaneo, Teresa raggiunge Maria in tutta la bellezza della sua speranza materna: la speranza della madre per la salvezza di tutti i suoi poveri figli.
P. Lethel
Estratti de P. Lethel, Teresa di Lisieux e la Vergine Maria.
[Collegamento perso]
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