Nel viaggio verso Betlemme - racconta l'Autore del Protovangleo -
«[...] Giuseppe si voltò e la vide [Maria] rattristata e disse tra sé: ‘Forse ciò che è in lei la travaglia'. Giuseppe si voltò di nuovo e la vide che rideva. Egli le disse: ‘Mariàm, cosa ti capita? Vedo il tuo volto ora ridente, ora triste!'.
Gli rispose: ‘Giuseppe, è perché vedo due popoli dinanzi ai miei occhi: uno piange e si lamenta, l'altro si rallegra ed esulta'» (XVII).
Il gioire e il lamento profetico di Maria sui due popoli (gentile ed ebraico) che seguono vie opposte si qualifica come rievocazione di Gn 25, 23 sui due gemelli che si urtano nel seno della madre Rebecca e come anticipazione della profezia di Simeone (Lc 2, 34-35) su Gesù segno di contraddizione. Maria non può restare indifferente nel vedere il suo popolo che rigetta suo figlio [1].
Si tratta di una felice intuizione: Maria intimamente inserita nella storia della salvezza e profondamente solidale con le reazioni degli uomini.
[1] Finissima questa intuizione che capta un aspetto della dimensione antropologica di Maria di Nazaret: profondamente partecipe e solidale con le sorti del suo popolo e dell'umanità.
A. Gila