Il Protovangelo : La Consacrata al Signore

Il Protovangelo : La Consacrata al Signore

Come Samuele, Maria viene consacrata al Signore perché suo dono (IV);

Maria viene custodita da ogni contatto mondano: è la «consacrata al Signore» (VI).

 

L'autore vuole così sottolineare che Maria è votata a Dio e si mantiene nella più assoluta purezza essendo tutta del Signore.

 

«Quando lei ebbe sei mesi, sua madre la mise a terra, per vedere se si teneva in piedi. E, dopo aver fatto sette passi, lei ritornò verso il grembo di sua madre. Sua madre la prese in braccio, dicendo: "Come è vero che vive il Signore mio Dio, tu non camminerai su questa terra fino a quando io non ti conduca al Tempio del Signore". Ella fece un santuario nella sua camera; lei non permetteva che la bambina prendesse qualcosa di profano o di impuro. E invitava le figlie degli Ebrei che erano senza macchia, ed esse la facevano svagare»[1].

 

Il Protovangelo descrive la presentazione di Maria al tempio a tre anni, accompagnata dal corteo delle vergini, il suo ingresso nel "Santo dei Santi": la sua prolungata dimora nel luogo più sacro di Israele: «prendeva il suo cibo dalle mani di un angelo» (VII-VIII).

 

« Maria dimorava nel Tempio del Signore come una colomba e riceveva il nutrimento dalla mano di un angelo»[2]

 

Secondo il Protovangelo Maria sarebbe appartenuta all'istituzione delle "vergini tessitrici": si credeva infatti che il velo del Tempio da loro tessuto servisse per ricoprire il Santo dei Santi considerato come un "corpo umano" e per rivestire l'Angelo-Ruah suo custode, identificato col Messia, suo figlio.

 

«[Giuseppe prese Maria sotto  la sua custodia] Ora ci fu un consiglio dei sacerdoti, i quali dissero: "Facciamo un velo per il Tempio del Signore". E  il sacerdote disse: "Tirate a sorte chi filerà l'oro, l'amianto, il lino, la seta, il blu, lo scarlatto e la porpora vera". E a Maria la sorte portò la porpora vera e lo scarlatto»[3]

 

Con questi simboli astorici ma efficaci, l'autore vuol far capire l'ascesa spirituale di questa fanciulla incontro al suo Dio. Ella si nutre delle divine parole, santifica quotidianamente se stessa per divenire tempio vivo e vero «Santo dei Santi», degno di «tessere» il corpo del Figlio di Dio. Soprattutto l'autore vuole continuamente sottolineare l'assoluta innocenza di Maria: stava nel Tempio, prendeva il suo cibo dalle mani di un angelo. Infatti nella tradizione ebraica Adamo ed Eva mentre stavano nell'innocenza erano nutriti dagli angeli.

 


[1] Protévangile de Jacques 6 ; texte dans Ecrits apocryphes chrétiens, sous la direction de F.BOVON et P.GEOLTRAIN, La Pléiades, Paris 1997, p.87

[2] Protévangile de Jacques 7 ; ibid., p.89

[3] Protévangile de Jacques 10 ; ibid., p.91


A. Gila

 

[Translate to IT (Italian):] Lire aussi : Le 21 novembre dans la liturgie byzantine