Maria e Elisabetta
Dopo il saluto di Maria, la scena - a prima vista - viene interamente occupata da Elisabetta: lei è salutata, avverte il movimento del bambino, è ripiena di Spirito Santo, proclama e racconta. Maria è completamente in silenzio. È sempre presente nelle parole di Elisabetta, ma non per qualcosa di suo, per una sua parola o un suo gesto.
Tuttavia la figura centrale è Maria, non Elisabetta. È di lei, infatti, che si parla. Certo, in ultima analisi, la meraviglia di Elisabetta è la venuta del Signore, ma il Signore è nascosto nel grembo di Maria e tutto è direttamente rivolto a Lei.
Elisabetta «esclamò a gran voce
Il verbo che esprime questo grido di Elisabetta - un grido che dice la sorpresa e la meraviglia - è "anaphoneô". Si tratta di un verbo utilizzato per esprimere esclamazioni di tono liturgico (cf l Cr 15,28; 16,4.5.42; 2Cr 5,13). È come se il saluto di Elisabetta si distendesse in una sorta di cantico. Una traccia di culto mariano già presente nella comunità di Luca ?
Una rivelazione
«Con voce forte» è una sigla che introduce la parola profetica, che sa svelare ciò che ancora è celato. E difatti Elisabetta non parla per forza propria, ma ispirata («ripiena di Spirito Santo»), come i profeti.
Le sue parole non sono un augurio, come solitamente nei saluti, né una personale intuizione, ma una rivelazione di Dio, un'interpretazione autentica dell'evento che accade in Maria.
Tre riconoscimenti mariani :
Il grido di Elisabetta non augura una benedizione, ma constata una benedizione già data.
E non è Elisabetta che benedice Maria, ma Dio: ciò è chiaro nel «passivum divinum» (benedetta).
Altre osservazioni
«Tra le donne» è una forma comparativa: Maria è la più benedetta.
«e benedetto il frutto» Il fatto, poi, che prima venga dichiarata benedetta Maria e poi il frutto del suo grembo non dice l'ordine della dignità, ma la mediazione. [cf. il commento di Origène].
Maria e Giuditta. Secondo molti esegeti, le parole di Elisabetta rivolte a Maria ricalcano le parole rivolte a Giuditta (13,18) nel Antico Testamento : «Tu sei benedetta fra tutte le donne e benedetto è il Signore Dio». La novità - e la grandezza - del Nuovo Testamento è tutta racchiusa nel cambiamento dell'espressione «il Signore Dio» nell'espressione «il frutto del tuo grembo». È in questo cambiamento che si capisce la grandezza di Maria.
Estratti da Bruno MAGGIONI, La madre del mio Signore. Esegesi di Lc 1, 39-45. in “Theotokos”, 1997, n° 1, p. 11-24, p.17-18 - Sintesi da F. Breynaert.
Bruno Maggioni