San Matteo inizia la sua opera con la genealogia di Gesù nella quale menziona Maria come sposa di Giuseppe e madre di Gesù. Sullo sfondo di una lunga serie di generazioni umane e in rottura con essa, Matteo sottolinea che Gesù non è stato generato da un padre umano. Egli ha iniziato la sua vita in Maria per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe ha il compito di prenderla con sé come sua sposa e di dare il nome al Suo bambino. Per mezzo del padre legale Gesù vierie inserito legittimamente nella genealogia. Con la sua protezione e preoccupazione, Giuseppe è chiamato a preparare lo spazio in cui Maria puo attuare il Suo servizio materno.
Nel 2° capitolo di Matteo Maria appare sempre associata al bambino : al momento dell'arrivo dei Magi dall'Oriente (Mt 2,11), durante la fuga in Egitto (Mt 2, 13-14), al ritorno a Nazaret (Mt2,20-21 ).
Di particilare interesse è la scena dell'arrivo dei Magi, figura dei gentili che perverranno alla fede ed entreranno nella comunità cristiana dopo la Pasqua.
Di essi si dice che,
« entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. »
(Mt 2, 11)
Nessuna menzione di Giuseppe in questa scena dove Gesù viene trovato e identificato dai pagani, ma si parla solo di Maria. È il bambino che viene adorato, davanti a lui ci si prostra, a lui si offrono i preziosi doni, in lui si riconosce il Messia destinato a estendere il suo dominio sull'universo (Sal 72,5ss.).
Partecipa quale madre alla dignità del figlio Re-Messia e figlio di Dio
Ma il bambino non è solo, è con Maria, sua madre. Con l'espresssione : «il bambino e sua madre», ripetuta più volte, l'evangelista intende la stretta comunione di vita tra Maria e suo figlio. Il bambino dipende dalla madre ed ella con il cuore e con tutte le forze è a disposizione del suo bambino.
L'unità inscindibile del «bambino con Maria sua madre» (Mt 2, 11) è il filo conduttore della figura di Maria in Matteo 2 : partecipa quale madre alla dignità del figlio Re-Messia e figlio di Dio ; partecipa pure alle sue vicende dolorose e gloriose, formando quasi un tutt'uno con lui.
Di qui ha origine l'icona di Maria col bambino Gesù in braccio, radicata profondamente nella tradizione iconografica cristiana orientale e occidentale. Essa riassume in modo pittorico il messaggio di Matteo 2 sul «bambino con Maria sua madre».
L'evangelista tralascia di dire come Maria sia venuta a conoscenza del suo compito e come l'abbia accolto. Dio l'ha scelta e chiamata, e per mezzo della sua azione creatrice l'ha resa capace di diventare la madre del Cristo. Dio le ha assegnato il compito di essere per Israele e per l'umanità la madre del Salvatore, l'Emmanuele.
Dalla sobria esposizione dell'evangelista non sappiamo cosa abbia pensato, sentito e detto Maria. Matteo mette al centro il suo servizio materno : ella è madre per opera dello Spirito santo e vive come madre completamente dedita al suo bambino ; serve la venuta e la crescita umana di Gesù e serve il popolo di Dio, a cui porta il Salvatore.
+ Francesco Lambiasi
vescovo di Anagni-Alatri ; vicariato di Roma.
Estratti da
"Sulle trace del Nuovo Testamento, il popolo di Dio incontra Maria, la Madre."
in "Riparazione Mariana" 2001, n° 3, pp. 4-8