Le quattro donne della genealogia di Matteo

Le quattro donne della genealogia di Matteo

La presenza di Tamar, Rahab, Rut, Betsabea dimette, col ricordo di una "madre", le regole della successione patriarcale ben presente nella genealogia matteana e tradizionale nelle culture antiche ed anche, molto, in quella semitica.

 

Straniere. L'Antico Testamento documenta che tre di esse (Rahab, Rut e Betsabea) e probabilmente anche Tamar erano straniere. Questo è il primo elemento che le accomuna.

 

Il legame matrimoniale contratto da loro appare un legame molto tenue data la loro condizione iniziale di "straniere" aggregate per circostanze fortuite ad Israele. Questo è il secondo elemento.

 

Di grande fede. Nella pietà biblica post-esilica il loro comportamento è giudicato con criteri che suppongono la fede in una iniziativa dello Spirito di Dio, che trascende la quotidianità, l'atteso, ma non travalica il confine del delittuoso.[1] Questo è il terzo elemento.

 

Esse giocano un ruolo importante nel progetto di Dio e sono strumento della divina Provvidenza o dello Spirito santo per mettere in risalto sia il trionfo di Dio sulle prevenzioni e gli ostacoli umani,[2] sia la universalità della salvezza non più privilegio gelosamente custodito del popolo eletto.

 

Il perfezionamento della interruzione della legge patriarcale ha il suo apice nell'affermazione che "da Maria è stato generato Gesù," mentre, visti i precedenti, l'attesa, andata delusa, era che "Giuseppe generò Gesù da Maria".

 


[1] Cf. Bloch R., "Juda engendra Pharès et Zara de Thamar,(Mt 1, 3)", in Mélanges bibliques rédigés en l'honneur de André Robert, Paris, Bloud & Gay, 1957, pp. 381-389. Paul A., Il vangelo dell'infanzia secondo San Matteo, trad. it., Borla, Roma 1986, pp. 30-35. Ferrari Schiefer V., "Padri e madri nella tradizione biblico-giudaica", in Theotokos 8, 2000, 537-550.

[2] Brown R.E., La nascita del Messia secondo Matteo e Luca. Edizione rinnovata con supplemento, trad.it., Cittadella,  Assisi  2002. p. 82.


Elio Peretto