Il Vangelo di Matteo chiama Giuseppe "giusto". Qual'era il senso di tale parola nell'epoca di Gesù ?
Per Giuseppe Flavio, l'aggettivo/sostantivo "giusto" (greco : dikaios) non ha significato univoco : lo dice di colui che obbedisce ai comandi di Dio, dell'uomo di fede, dell'uomo retto che sta al suo posto e agisce come deve secondo la volontà di Dio, dell'uomo di carattere, fedele alle divine prescrizioni.[1] Sulla scia degli accostamenti dell'ambiente ellenistico, lo avvicina a parole che esprimono la bontà.
Per Filone, il giusto è il vero sostegno del genere umano, nel quale si trova per sanare le infermità di fronte alla folla degli ingiusti dopo essere giunto egli stesso alla giustizia che tutto risana.[2] Filone ha particolarmente in vista il patriarca Abramo.
Giusto è una qualifica data a Giuseppe nel momento più critico della sua vita. In una lista approssimativa di significati si possono includere i seguenti:
a) giusto è colui che dà a ciascuno quello che gli è dovuto (concetto giuridico filosofico della giustizia, non biblico): Maria dovrebbe sposare il padre del bambino;
b) giusto è colui che s'attiene (obbedisce) ai precetti della legge senza ulteriori precisazioni (categoria anticotestamenaria);
c) giusto è colui il cui comportamento non è vincolato alla legge, ma alla fede (categoria neotestamentaria);
d) giusto è colui che tempera la giustizia o la sua amministrazione con la misericordia, la pietà, la bontà; l'uomo dotato di ogni virtù (categoria patristica);[3]
e) giusto è colui che nella sua condotta è fedele a Dio (abbinamento dell'ideale antico e neotestamentario: disposizione a separarsi da Maria e ad accettarla secondo la volontà di Dio);
f) giusto è colui che, conoscendo il mistero di Dio compiuto in Maria, è disposto a ritirarsi.[4]
Giuseppe, "uomo giusto" e vero israelita, accoglie nella fede il progetto di Dio che sta prendendo forma in Maria. Non si tratta di una accettazione qualunque nella fede, ma di una accettazione nella fede messianica, il cui contenuto è indicato dall'angelo rivelatore (Mt 1, 20-21).[5]
[1] Flavio G., Ant. 5, 197; 6, 165; 8,208; 15, 106; 16, 212.
[2] Filone, La migrazione di Abramo 121;124; 62; Quod det., 121.123.
[3] Cf. Pietro Crisologo, Sermo 145 de generatione Christi et de Joseph Mariam dimittere volenti (PL 52, 588); Crisostomo, In Math. homilia 4 (PG 57, 45).
[4] Cf. Munoz Iglesias S., Los Evangelios de la Infancia, IV, Nacimiento e infancia de Jesús en San Mateo, (BAC 509), Madrid 1990, pp. 131-134.
[5] Cf. Pikaza X., Amiga de Dios. Mensaje mariano del Nuevo Testamento, San Pablo, Madrid 1996, pp. 46-47.
E.PERETTO