Giovanni Damasceno († c. 750) ricapitola e giustifica la tradizione.
"Bisognava che colei che nel parto aveva conservato integra la verginità, serbasse il corpo incorrotto anche dopo la morte.[1]
Bisognava che colei che aveva portato in seno, come bimbo, il Creatore, dimorasse nei tabernacoli divini.
Bisognava che la sposa che il Padre si era scelta, abitasse nella stanza nuziale del cielo...
Bisognava che la Madre di Dio diventasse partecipe dei beni del Figlio, e da tutta la creazione venisse celebrata come madre e serva di Dio. Sempre infatti l'eredità passa dai genitori ai figli. Invece in questo caso, come disse un saggio, le acque dei fiumi sacri scorrono all'indietro. Il Figlio ha asservito alla Madre tutta quanta la creazione."[2]
A causa della glorificazione sua, Maria è diventata Regina (Basilissa), la Sovrana (Despoina), la Signora (Kyria) di tutte le creature.
Pie XII ha invocato l'autorità di Giovanni Damasceno nella dottrina dell'Assunzione e della regalità di Maria.
[1] Ripreso da Pie XII nella Bolla Munificentissimus (AAS, t.42,1950, p. 761).
[2] Homilia in Dormitionem II,14, PG 96,741 B.
Estratti da F.Breynaert, A l'écoute de Marie, tome II, Brive 2007, p. 184