L’immacolata concezione (Duns Scot 1265-1308)

L’immacolata concezione nel piano divino (Duns Scot †1308)

In un senso, il discorso di Duns Scot sull'Immacolata concezione manca una consistente prova scritturistica e il ricorso alla tradizione dei Padri della Chiesa appare piuttosto fragile. Tuttavia Duns Scot si lascia guidare dal suo intuito di credente, giungendo così a tracciare una dottrina che contiene tutti gli elementi fondamentali del dogma dell'Immacolata Concezione. L'esenzione di Maria dal peccato di Adamo è un dato integrante del mistero della redenzione. La redenzione preservativa di Maria è vista come un'esigenza postulata dalla natura perfettissima dell'opera compiuta dal Cristo. [1]

" Maria non contrasse il peccato originale proprio a causa dell'eccellenza del Figlio suo, nel senso che questo è redentore, riconciliatore e mediatore. [...]

Lo dimostro con tre argomenti : in riferimento a Dio, con il quale il Redentore opera la riconciliazione ; in relazione al male, dal quale libera ; in relazione al debito che la persona riconciliata era tenuta ad assolvere.

1... Non è possibile operare in maniera somma e perfettissima la riparazione di un'offesa che qualcuno può contrarre, se l'offesa medesima non può essere prevenuta. Se infatti la riparazione si limita a placare l'offeso per indurlo al perdono, essa non ripara in misura perfetta...

Per questa ragione Cristo non avrebbe reso una riparazione perfettissima alla Santissima Trinità se non avesse prevenuto, almeno in qualcuno, l'offesa alla Trinità stessa ; e quindi se non esistesse l'anima di qualche figlio di Adama immune da tale colpa. Per conseguenza deve esistere l'anima di qualche figlio di Adamo che non abbia tale colpa o per lo meno deve essere possibile che non l'abbia.

2 Il mediatore perfettissimo merita che ogni pena venga rimossa da colui che egli vuole riconciliare. Ma la colpa originale rappresenta un castigo maggiore della stessa privazione della visione divina... Perciò se Cristo ci ha riconciliati con Dio in modo perfettissimo, ha meritato che almeno qualcuno fosse preservato da questa gravissima pena. Ma ciò non poteva accadere che per la Madre sua...

[...]

3. La persona riconciliata non si sente obbligata al massimo nei confronti del mediatore se non ha ricevuto da questi il massimo di bene possibile. [...] Quindi nessuna persona si sentirebbe sommamente obbligata verso il Cristo mediatore se egli non avesse preservato qualcuno dal peccato originale..."

(Duns Scot, In III sententiarum, d 3, q 1)

La qualità dell'argomento di Duns Scot:

  • Maria dimora nel popolo che il Redentore salva.

  • Duns Scot parte dalla Trinità di cui gli atti di Creazione di Redenzione devono manifestarsi perfetti, almeno una volta. La perfezione di Dio non ha meta-misura, e là si radica il radicalismo del dogma dell'immacolata Concezione. Questo ragionamento ha una conseguenza più radicale che la necessità di una purificazione di Maria prima del fiat e dell'incarnazione.

  • Si ritrova in questo francescano l'eredità patristica che vedeva Maria nel vasto piano creatore: Maria è colei in chi il piano creatore riesce.

L'influenza di Duns Scot

L'argomento del riscatto per preservazione è ripreso nella definizione dogmatica, quando il dogma dell'Immacolata Concezione, proclamato dal beato Pio IX 1'8 dicembre del 1854, propone come verità di fede divina rivelata :

La dottrina che sostiene che la beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale. (Denz. n. 2803).

La prospettiva globale dell'alleanza

Il dogma è stato aggiornato dal concilio Vaticano II. Maria è stata redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo (LG 53) ed è stata "arricchita di doni consoni a tanto ufficio", la maternità divina (LG 56), "adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall'angelo dell'annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale « piena di grazia » (cfr. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde « Ecco l'ancella del Signore: si faccia in me secondo la tua parola » (Lc 1,38). (LG 56).

La concezione immacolata è una grazia che viene dal Redentore in una storia, dopo una lunga preparazione, ecco è perché l'immacolata è chiamata anche figlia di Sion. Il concilio dichiara che Maria esprime la fede dei suoi padri, "Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza." (LG 55). Maria è "la figlia di Sion per eccellenza" (LG 55).

Non a caso Giovanni Paolo II, prima di dare cinque udienze sulla santità di Maria e l'immacolata Concezione, aveva dato un udienza che presentava Maria figlia di Sion, "figlia di Sion", "una persona che rappresenta l'umanità", "Sposa" nell' "alleanza sponsale con Dio", più di ognuno nel popolo eletto". [2]

Altrimenti detto, Maria fa riuscire il piano divino:

"l'insegnamento sull'immacolata afferma che... l'alleanza di Dio in Israele non è fallita ma è diventata un germoglio che ha dato il Salvatore. " [3]

Abbiamo qui un primo elemento di continuità: come Duns Scot, il magistero vede Maria nel vasto disegno divino, Maria fa dell'alleanza delle nozze perfette perché la riconciliazione è rifinita.

Nell'alleanza, la redenzione preservativa, l'Immacolata concezione, è un dono di Dio, la santità perfetta di Maria è la risposta umana.

Jean Paul II ha mostrato l'importanza universale della redenzione con preservazione:

"A nessuno sfugge come l'affermazione dell'eccezionale privilegio concesso a Maria pone in evidenza che l'azione redentrice di Cristo non solo libera, ma anche preserva dal peccato.

Tale dimensione di preservazione, che è totale in Maria, è presente nell'intervento redentivo attraverso il quale Cristo, liberando dal peccato, dona all'uomo anche la grazia e la forza per vincerne l'influsso nella sua esistenza.

In tal modo il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria non offusca, ma anzi contribuisce mirabilmente a mettere meglio in luce gli effetti della grazia redentiva di Cristo nella natura umana.

A Maria, prima redenta da Cristo, che ha avuto il privilegio di non essere sottoposta neppure per un istante al potere del male e del peccato, guardano i cristiani, come al perfetto modello ed all'icona di quella santità (cf. LG 65), che sono chiamati a raggiungere, con l'aiuto della grazia del Signore, nella loro vita."

Giovanni Paolo II, udienza generale del 5 giugno 1996, § 4.


[1] L. Gambero, Maria nel pensiero dei teologi latini medievali, San Paolo 2000, p. 305-306

[2] Giovanni Paolo II, udienza generale 1° maggio 1996

[3] Card. J. Ratzinger, La fille de Sion, édition Parole et Silence 2002, p.79


Sintesi Françoise Breynaert

Leggere pure :