[Ogni giorno, Clara dedica lunghi momenti alla preghiera silenziosa. Guarda il Signore e si lasci guardare da lui. Quando ritrova le sue sorelle, il suo viso sembra loro più chiaro e più bello del sole e le sue parole sono riempite di una meravigliosa dolcezza.
Molto rapidamente, la vita evangelica di Clara seduce ed attira. Alcune comunità adottano la sua forma di vita ed altri si creano. I fratelli di Francesco che percorrono l'Europa, contribuiscono a quest'espansione. In 1234, Agnese, figlia del re della Boemia, fonda un monastero a Praga. Scrive parecchie volte a Clara per chiedergli consiglio. È l'inizio di una grande amicizia.]
Santa Chiara di Assisi scrivendo ad Agnese di Praga, considerando il Cristo non può non soffermarsi sulla madre e sul suo ruolo nella storia salvifica e sul suo legame con noi:
"Voglio dire quel Figlio dell'Altissimo, che la Vergine ha partorito, senza cessare di essere vergine. Stringiti alla sua dolcissima Madre, la quale generò un Figlio tale che i cieli non potevano contenere (cf. 1 Re 8,27; 2Cr 2,5), eppure ella lo raccolse nel piccolo chiostro del suo santo seno e lo portò nel suo grembo verginale."
Epistola ad sanctam Agnetem de Praga. Epistola III, § 17- 19
Tale grande prodigio, avvenuto in Maria, si realizza anche nell'anima del fedele:
"Sì, perché è assai chiaro che l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna tra tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore (cfr 1 Re 8,27; 2Cr 2,5), l'anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno (cfr Gv 14,23), e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. È la stessa verità che lo afferma: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure l'amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora (Gv 14,21).
A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia (cfr 1Pt 2,21), specialmente dell'umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute (cfr Sap 1,7; Col 1,17), e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo."
Epistola ad sanctam Agnetem de Praga, Epistola III, § 21-26
La collaborazione materna della Vergine continua nell'opera che Cristo ha affidato alla Chiesa e ad ogni singolo fedele, come dice Chiara ad Agnese :
"Per avvalermi delle parole medesime dell'Apostolo, ti stimo collaboratrice di Dio stesso e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile Corpo."
Epistola ad sanctam Agnetem de Praga, Epistola III, § 8
Come, dunque, Francesco è chiamato a risollevare la chiesa cadente, così lo è ogni persona che dona tutta la sua vita a Dio, il quale acquista un cuore di madre per vegliare sui propri fratelli e sorelle. Per Chiara è Cristo stesso che ha dimostrato per primo questa maternità compassionevole:
"Se, dunque, tale e così grande Signore, scendendo nel seno della Vergine, volle apparire nel mondo come uomo spregevole, bisognoso e povero (cfr 2Cor 8,9), affinché gli uomini che erano poverissimi e indigenti, affamati per l'eccessiva penuria del nutrimento celeste, divenissero in Lui ricchi col possesso dei reami celesti."
Epistola ad sanctam Agnetem de Praga, Epistola I, § 19.
Egli, ancora oggi continua a scendere nell'interiorità di ogni anima che si fa simile a Maria, per elevarla dalla sua povertà alla dignità di figlia del Padre, madre del Figlio, sposa dello Spirito Santo. Maria è il punto essenziale di riferimento dell'anima che cerca Dio.
S. CECCHIN
Maria Signora Santa e Immacolata nel pensiero francescano,
PAMI, città del Vaticano, 2001, p. 62-64.