Riassumendo la tradizione ecclesiale del grande periodo dei primi Concili dell'antichità, i Padri della Chiesa videro «sia nel concepimento che nel parto di Cristo un evento prodigioso operato da Dio e trovarono al riguardo sostegni biblici. Alcuni tuttavia non rifuggirono dal sostenere l'idea secondo cui Cristo conservò sì o, rispettivamente, ridonò l'integrità corporale di sua Madre, ma lasciò il suo grembo attraverso il cammino tracciato dalla natura. 1 (...)
[Le difficoltà di ordine esegetico contro la verginità post partum] progressivamente furono affrontate anche grazie all'importante contributo offerto da san Girolamo. Nessun Padre come lui si è posto in maniera così aperta e appassionata dinanzi alle evidenti difficoltà esegetiche venienti dalla difesa della virginitas post partum. Ma anche per lui l'interesse primario era la conferma di una convinzione largamente diffusa in seno alla Chiesa2.
Il Concilio di Costantinopoli II del 553 (quinto concilio ecumenico) attribuì a Maria il titolo di Madre di Dio Sempre Vergine.
Il Concilio Lateranense de 649, "quasi concilio ecumenico"3 (...) [richiama] lo stretto nesso che intercorre fra
concepimento vero ma verginale, e quindi senza seme,
parto vero ma in corrotto, e quindi restando sempre integra, anzi indissolubile,
e la verginità della Madre anche dopo il parto (...).
Possiamo rilevare nel greco la presenza di un aggettivo che ricorre per la prima volta in un testo conciliare: "Panaghia", congiunto col titolo di "Sempre Vergine".
Il Signore, proprio nascendo dalla Madre vergine, aveva mostrato di possedere due nature e due azioni distinte: quella divina, con la quale manteneva intatta la Madre rimanendo incorrotta la sua verginità anche dopo il parto, e quella umana, con la quale nasceva uomo fra gli uomini per la loro salvezza. (...)
[La verginità perpetua di Maria esprime la sua] "personale partecipazione all'evento del Figlio salvatore." [La sua verginità nel parto diventa il] "segno permanente della vera ortodossia nel confessare l'Unigenito vero Dio e vero uomo".
La verginità di Maria, sempre vergine, poi viene sempre riaffermata :
- Il Papa Sisto IV nella costituzione Cum praeexcelsa, del 1476, (...)
- La professione di fede del Concilio Lateranense IV, del 1215, (...)
- La costituzione apostolica Cum quorundam di Paolo IV, nel 1555 (...)
- Concilio Vatican II, Costituzione dogmatiche Lumen Gentium 57 : "Gesù nella sua nascita non diminuì la verginale integrità della Madre, ma la consacrò" nel 1964 (...)
[1] G. SOLL, Storia dei dogmi mariani, LAS, ROMA, 1981, pp. 137.
[2] cfr. ibidem, pp. 137-141
[3] cfr. P. Conte, Il Sinodo Lateranense dell'ottobre 649, LEV, Città del Vaticano 1989, pp. 72-74; 108-123
Questo concilio fu convocato da papa Martino I per condannare l'eresia dei monoteliti.
Non è stato un concilio formalmente ecumenico, tuttavia, gli atti furono stilati in forma bilingue (latino e greco) per darne immediata notizia all'imperatore e alle Chiese. Infatti con la ricezione universale dei canoni definiti, su espressa richiesta epistolare di Martino I ai vescovi orientali ed occidentali, esso risulta praticamente ecumenico. Per cui anche oggi lo si considera, per il valore dei contenuti e la prassi formale seguita, un "quasi concilio ecumenico", tanto che l'Accademia Bavarica delle Scienze ne ha dato recentemente l'edizione critica fra gli Acta Conciliorum Oecumenicorum (ACO), Rudolf Riedinger, Berlino 1984, vol 1. pp 368-369 (confessione di fede); pp. 368-389 (i venti canoni; tra cui il canone 2 a pp. 368-369, i canoni 3 e 4 che insegnano la verginità prima e durante il parto a pp.370-371)
S.M. PERELLA,
MARIA Vergine e Madre,
Ed. SAN PAOLO s.r.l., 2003 Torino, pp. 200-203.