La virginità in partu – dogma senza definizione

La virginità “in partu” – dogma senza definizione

[Il concilio Constantinopolitano II (553), dice che Maria è "sempre vergine". Questo articolo spiega il valore dogmatico : ]

 

[Un dogma]

"Per la Chiesa docente e discente dell'epoca patristica non c'era alcun dubbio che con i testi e le decisioni conciliati del 431, del 451 e del 553 aveva ricevuto il carattere vincolante di dogma un'enunciato di fede già prima riconosciuto. Del resto anche allora l'intera Chiesa era consapevole, come dimostrano le reazioni di papa Celestino, del Sinodo romano del 430 e di Cirillo d'Alessandria, che accanto al Magistero straordinario dei Concili c'era anche il Magisterium Ordinarium della predicazione in tutte le sue forme, riconosciuto nel suo carattere vincolante.

 

[Nessuna definizione]

Non ebbe luogo alcuna definizione dogmatica speciale del secondo elemento della formula tripartita (ossia della verginità nel parto). Del resto, che cosa avrebbe apportato alla coscienza di fede e, rispettivamente, alla vita religiosa ? Il paragone della perla dello Pseudo-Efrem rimase qui una forma di spiegazione assolutamente delicata e credibile. Nessuno dei testimoni della Tradizione ecclesiastica volle fare della ginecologia; preferirono esporsi allo scherno di quelli che la pensavano diversamente. Si potrà dire che nella Chiesa Antica il « come » del fatto del parto non fu perseguito fino in fondo, ma venne considerato come continuazione dell'azione divina in occasione del concepimento e circondato da ammirata venerazione. [...]

 

In questo contesto, le testimonianze patristiche circa un voto di Maria acquistano un particolare significato, poiché esse vollero parimenti esprimere che la verginità, come condotta morale, è prima di tutto una questione di libera volontà e non un qualcosa semplicemente predisposto. Per lo stesso motivo proprio il primo sostenitore occidentale di questa opinione, Agostino, alla domanda se ragazze o monache (sanctimoniales) defraudate con la violenza della loro integrità nei disordini della migrazione dei popoli potessero ancora esser considera te come vergini, rispose di sì. (De Civiltà Dei I, 16) [...]

 

 

[Un ponte gettato verso due altre verità]

L'« ex Maria Virgine» del Simbolo della Chiesa universale venne inteso nel senso più ampio ed elevato a criterio di ortodossia. Ma l'esclusione di ogni corruzione con ciò esigita divenne anche, dal Punto di vista concettuale, un ponte gettato verso due altre verità, in cui entrava parimenti in causa la difesa da « corruzione » : la questione circa la struttura morale dell'Eletta fin dal primo istante della sua esistenza e quella circa lo stato della Madre del Redentore dopo la sua morte."

 

 


 

Georg SOLL, sdb,

Storia dei dogmi mariani,

LAS, ROMA, 1981, p. 185-186.

 

Curriculum : Georg SOLL, sdb, Docente di Teologia Dogmatica nell'Università Pontificia Salesiana di Roma e nella Philosophische - Theologische Hochschule di Benediktbeuern (Baviera).