Alla pubblicazione di un volume collettivo destinato a sostenere un movimento in favore della proclamazione del dogma della mediazione di Maria, avevamo reagito formulando qualche difficoltà o interrogativo.[1] Ecco, un secondo volume, con lo stesso Curatore ma con collaboratori diversi, uscito sotto lo stesso titolo[2].
[Il problema]
Se Cristo ha meritato tutte le grazie della salvezza, che consistenza possiamo ancora attribuire al merito specifico di Maria ?
Ciò che è stato perfettamente meritato con il merito più assoluto e più abbondante non ha più nessun bisogno di essere meritato una seconda volta.
[La soluzione di Miravalle]
La difficoltà non è stata ignorata nel volume.
Miravalle scrive che, per la questione dell'oggetto del merito di Maria, il principio di partecipazione entra nel mistero. Egli cerca una spiegazione affermando una sola grande missione nella quale si dispiega la completa unione e cooperazione di Maria con il Redentore, unione di due cuori così intima che comporta un solo oggetto di merito, senza necessità di ammetterne uno specifico per l'attività redentiva di Maria.[3]
- Questa soluzione è più ampiamente sviluppata nell'articolo di P. D. M. Fehlner. Egli ricorda che mons. Lebon, professore a Lovanio, e il Bali? avevano proposto una dottrina dell'associazione completa di Maria con Cristo, tale che la Vergine sia totalmente inclusa nell'opera del Redentore e meriti con lui tutte le grazie della salvezza.
Egli vede in tale dottrina il prolungamento di un tema già affrontato nella tradizione francescana : la predestinazione assoluta di Cristo e di Maria in un solo e medesimo decreto divino. Questo stabilisce il primato assoluto di Cristo e di Maria, la quale beneficia di una perfetta redenzione operata dal perfetto Redentore.
In tale prospettiva la cooperazione alla redenzione non è più considerata distinta dalla redenzione ; così il problema di un oggetto distinto del merito redentivo di Maria non si pone più. Il teologo non deve sforzarsi di determinare né un tipo né un oggetto specifico di merito per giustificare la cooperazione alla Redenzione. Gesù e Maria, nella sublime alleanza dei loro cuori, meritano insieme de condigno la salvezza, secondo un ordine deciso dall'eternità.
[Per il Jean Galot, l'unione di Cristo con Maria non è una fusione:]
Che cosa possiamo ritenere di questa dottrina ?
Riferendoci alla testimonianza del Nuovo Testamento, possiamo ammettere una predestinazione o un primato di Cristo e di Maria, con il significato che prima della creazione del mondo, come scrive Paolo (Ef 1,4), l'amore divino si è diretto verso l'umanità decidendo di mandarle il Salvatore nato da Maria.
Questa decisione comportava il progetto di una cooperazione di Maria con il Redentore per la salvezza universale. Noi conosciamo il decreto divino alla luce del suo compimento. La Rivelazione ci ha mostrato il Salvatore che adempiva la sua missione con la cooperazione di sua madre.
Tuttavia, anche se un decreto divino di predestinazione ha associato Maria all'opera del suo Figlio, tale associazione non significa una semplice fusione dell'azione di Maria con quella di Cristo, che avrebbe tolto ogni distinzione.
Le attività del Redentore e della Cooperatrice alla Redenzione rimangono distinte.
È Gesù che ha dato la propria vita in riscatto per l'umanità (Mc 10,45 ; Mt 20,28) e ha ottenuto per molti, cioè per tutto gli uomini, i beni della salvezza in sovrabbondanza. Egli è l'unico Salvatore. Ha impegnato sua madre in una cooperazione che dipende totalmente dalla sua opera personale e riceve da essa l'efficacia.
Dio e uomo, Gesù è il Redentore che possiede tutta la potenza divina per liberare e trasformare l'umanità comunicandole la propria vita. La cooperatrice alla Redenzione è semplice creatura e riceve da suo Figlio ogni grazia, inclusa la capacità di collaborare alla sua opera.
[Jean Galot parla di un merito specifico di Maria, con uno scopo particolare e proporzionato alla maternità divina : la maternità universale.]
Se la cooperazione alla redenzione è stata voluta da un decreto divino, deve avere uno scopo specifico.
Riconoscendo questa dipendenza assoluta [di Maria verso Cristo (LG 60)], dobbiamo cercare di determinare l'apporto originale di Maria all'opera redentrice.
Secondo la teologia della redenzione, ciò che Cristo ha meritato è la propria glorificazione : glorificazione della sua anima al momento della morte e glorificazione del corpo al momento della Risurrezione.
Egli, per mezzo della croce, ha ottenuto uno stato glorioso, che comporta il potere di comunicare agli uomini la sua vita divina. Questo potere appartiene al Cristo risorto e salito in cielo.
Il merito attribuito a Maria come Cooperatrice alla redenzione dev'essere capito in modo analogo. Maria è stata impegnata nell'opera universale della redenzione partecipando con la sua offerta materna al sacrificio di Cristo.
Così ha meritato il potere di cooperare, a titolo di madre, alla diffusione della grazia salvatrice nell'umanità. Ciò che concretamente Maria ha meritato è la sua maternità nello sviluppo della vita della Chiesa. [...]
Maria ha meritato la salvezza in quanto questa è destinata a diffondersi per mezzo del suo amore materno.
Tale modalità distingue manifestamente l'azione di Maria da quella di Cristo.
Rimane vera la dipendenza.
Maria ha ricevuto da Cristo la missione di maternità spirituale al servizio dell'umanità. Il segno di questa missione lo troviamo nelle parole pronunciate sulla croce : "Donna, ecco tuo figlio !" (Gv 19, 26). [...] Questa parola del Salvatore è creatrice : costituisce Maria madre universale nel nuovo universo della grazia, come supremo effetto della sua partecipazione al sacrificio.
L'istituzione di questa nuova maternità nel quadro del Calvario aiuta a capire l'immenso valore del merito redentivi di Maria.
In Cristo la persona divina del Figlio assicura un valore supremo all'opera redentrice, che può procurare all'umanità la salvezza.
In Maria c'è anche proporzione tra l'offerta da lei fatta e il frutto raccolto, la maternità universale nell'ordine della grazia.
La qualità di madre di Dio aveva aperto il cuore materno di Maria all'infinito e lo rendeva atto a estendere a tutti gli uomini il suo affetto e il suo aiuto.
La cooperazione alla Redenzione da parte di Maria ha ricevuto così da Cristo la più decisiva approvazione e la rivelazione del suo scopo : la maternità universale.
[1] J. GALOT, Maria Mediatrice o madre universale ?, in "Civiltà Cattolica", 1996 / I, p. 232-244
[2] M.I. MIRAVALLE (ed), Mary Coredemptrix, Mediatrix, Advocate. Theological Foundations. II. Papal, pneumatological, ecumenical, Santa Barbara, Queenship, 1997
[3] M.I. MIRAVALLE, Ibid., p. 31
Jean GALOT
Jean GALOT SJ, La mediazione di Maria : natura e limiti,
in "Civiltà Cattolica", 148 / 4 (1997), p. 13-25. , p. 21-25
Estratti da Françoise Breynaert