Il concepimento verginale di Maria è un dato di fede inoppugnabile per la sua costante presenza nella chiesa e per il modo esplicito con cui è stato proposto dal magistero (in particolare nel concilio Lateranense del 649). Contrastare questo dato specifico sarebbe mettere in questione l'assistenza dello Spirito alla chiesa nel trasmettere la verità rivelata. Perciò - conclude il vescovo luterano H. Asmussen - "che sempre la verginità di Maria possa affermarsi, che essa debba affermarsi dovrebbe essere giustamente fuori discussione in una chiesa cristiana"1
Esaminati con metodo critico, i testi biblici non si lasciano spiegare con il teologumeno, in quanto presentano il concepimento verginale di Cristo come un facto storico-salvifico o lo presuppongono :
L'importante dichiarazione del prologo di Luca che dichiara la sua intenzione di narrare « avvenimenti successi tra noi » dopo la consultazione dei « testimoni» e « ricerche accurate su ogni circostanza» (Lc 1,1-4)
La convergenza dei due racconti indipendenti di Mt e Lc. Sia l'uno che l'altro, pur ella diversità delle teologi e tradizioni da cui dipendono e di tanti dati particolari, trasmettono intenzionalmente le convergenze così presentate da R. Laurentin: l) Gesù è realmente «generato»2 ; la forma passiva nasconde il soggetto per manifestare il carattere ascendente dell'origine paterna di Cristo; 2) non è Giuseppe colui che genera Gesù : ciò viene escluso con insistenza3 ; 3) Maria è la sola origine umana di Gesù, in quanto vergine è diventa madre4 ; 4) l'origine divina non è riferita al Padre (principio maschile), ma allo Spirito Santo (femminile in ebraico, neutro in greco) : Mt 1,18.20 e Lc 1,35 escludono così radicalmente ogni modello teogamico5.
L'intenzione di trasmettere un dato che ci imponeva loro è confermato dal un'idea estranea sia alla tradizione un'idea estranea sia alla tradizione del antico Testamento, sia alla cultura pagana.
Come mostra l'analisi strutturale del testo - tale enunciato rappresentava una difficoltà, anzi una rottura del programma iniziale i soprattutto di Mt, il cui intento era di mostrare che Gesù era figlio di Davide. Le genealogie rompono la loro concatenazione umana escludendo Giuseppe dalla generazione di Cristo (Mt 1,16 ; Lc.3,23).
Oggi si è attenuata la teoria che dichiara , tardivi i vangeli dell'infanzia: questi, infatti, presentano un carattere arcaico, giudaico, paleocristiano che non si può negare. Luca non manca di riferirsi a Maria come ad una testimone degli eventi di Cristo: la sua meditazione è per trasmettere i fatti.
È una esigenza dell'amicizia, oltre che dono dello Spirito, pervenire alla conoscenza profonda di Cristo, ripercorrendo il cammino delle prime comunità cristiane, che dal nucleo centrale della morte e risurrezione sono passati ad una cristologia allargata all'intero arco della sua vita. Interrogandosi sulle origini di Cristo esse hanno trovato le tradizioni circa il suo concepimento verginale e le hanno accettate sia in ragione delle testimonianze, sia perché esse gettavano luce sul mistero di Cristo stesso.
[1] H. ASMUSSEN, Maria die Mutter Gottes. Evangelisches Verlag, Stoccarda 1951, p.19
[2] Mt 1,20; Lc l ,35
[3] Mt 1,16.18-25: Lc 1,34.35; 3,24
[4] Mt 1,16-25; Lc 1,27.35
[5] R. LAURENTIN, Les évangiles de l'enfance du Christ, Desclée et DDB, Parigi 1982, p.475-476.
S. De Fiores ;
articolo Vergine, nel Nuovo dizionario di mariologia,
a cura di de Fiores, ed. san Paolo 1985, p.1317-1322