Enguerrand Charonton è un pittore francese attivo ad Aix, Arles ed Avignon. Ha ricevuto un'influenza italiana, fiamminga, e regionale. L'incoronazione della Vergine è un capolavoro, conservato nel Museo dell'ospizio di Villeneuve-lès-Avignon, dipinto tra il 1453 e il 1454 per la chiesa della Certosa di Villeneuve-lès-Avignon.
Nella parte alta, il gruppo principale, di proporzioni monumentali, è costituito dalla Prima e dalla Seconda Persona della Trinità in atto di incoronare la Vergine Maria.
La colomba dello Spirito, la cui parità di importanza con le figure del Padre e del Figlio viene sottolineata attraverso le dimensioni più grandi del solito e l'aureola crocifera identica alla loro, "partecipa " - dettaglio abbastanza raro - all'atto dell'incoronazione: sfiora infatti con il becco uno dei fioroni della corona della Vergine.
Consideriamo ora la zona inferiore della pala, riservata al mondo terreno: essa è suddivisa longitudinalmente dal lungo spaccato bruno, irregolare, della crosta terrestre in due spazi che corrispondono a mondo terreno e mondo sotterraneo; quest'ultimo ospita, a destra l'inferno, a sinistra il purgatorio e il limbo. La terra è caratterizzata da un vasto paesaggio che "costituisce una sorprendente evocazione della Provenza con il mare"; in esso sono inserite simmetricamente le raffigurazioni fantastiche di due città : Roma, a sinistra, e Gerusalemme, a destra; entrambe caratterizzate dalla presenza - verso l'esterno del quadro - di un grande edificio sacro.
Il Crocifisso si erge al centro della terra, salendo fino all'oceano profondo del cielo superiore. È l'unica forma che lega i due mondi. Questo Crocifisso, grandissimo se paragonato alle case del mondo terreno e piccolissimo invece a confronto dei personaggi celesti, vince visivamente l'incombere della separazione orizzontale tra terra e cielo, apparendo come asse vivente del Mediatore universale tra cielo e terra.
Una mediazione che è anche elevazione: la croce costituisce infatti anche l'asse di convergenza di un movimento ascendente che, a sinistra, segue la linea delle anime che salgono dal Purgatorio attese dall'angelo e, a destra, quella della falesia sulla quale è piantata la croce.
La verticale della salvezza trova il suo prolungamento naturale in quella sorta di corridoio luminoso che è costituito dalla figura della Vergine, giungendo in alto fino al braccio verticale della croce iscritta nell'aureola dello Spirito.
Nella zona superiore regna la figura circolare, delineata da nuvole bianche. I cerchi sono tre : il cerchio esterno che avvolge tutti i personaggi ; i due cerchi, nei quali sono incluse le figure del Padre e del Figlio. E questi due cerchi non sono tangenti ma si intersecano, originando una mandorla e proprio la mandorla è il "luogo della Vergine".
Quel che si presenta a noi attraverso il simbolo figurativo è il mistero dell'inclusione della creatura nella vita stessa di Dio "prima della creazione del mondo" (Ef 1,4): per lo stesso motivo l'Apocalisse dice che la nuova Gerusalemme "scende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo" (Ap 21,2).
Forse trova spiegazione in questo modo anche il dettaglio che veramente lascia senza parole rilevato da François Boespflug (1). Tra il pollice e il medio della mano libera (quella che non incorona) del Padre e del Figlio, sono stati applicati sulla tela due minuscoli cuori di ferro battuto.
Ci sembra che la presenza di questi piccolissimi cuori confermi e riceva a sua volta conferma dalla struttura compositiva della Pala : si tratta dell'affermazione, peculiare della rivelazione cristiana, che la creatura, di cui la Vergine Maria è l'esemplare purissimo, nasce dal cuore di Dio e vive nel cuore di Dio ovvero è costituita in una relazione sponsale che le consente di partecipare alla vita intra-trinitaria.
"Infatti come il Padre e il Figlio
E colui che da essi procedeva
Vivono l'uno nell'altra,
Così sarebbe la Sposa;
Assorbita dentro Dio,
Vivrebbe la vita di Dio"
(1) La Trinité dans l'art d'Occident (1400-1460), Presses Universitaires de Strasbourg, Strasbourg 2000, p. 133
(2) Giovanni della Croce. Sull'Incarnation, vv. 161-166.
Maria Giovanna MUZJ, La vergine Madre e la Trinità nell'iconografia cristiana, in De Trinitatis Mysterio et Maria. Acta congressus mariologici mariani internationalis in civitate Romae anno 2000 celebrati, Pont. Accademia Mariana Internationalis, città del vaticano 2004, p. 511-518. Extraits par F. Breynaert