Alcuino viene considerato l'anima di quel movimento culturale, artistico e religioso che, come si è detto, passò alla storia con il nome di rinascita carolingia. Carlo Magno gli affidò la direzione della Scuola Palatina, a Fulda, dove egli conobbe gli uomini più illustri della cultura del tempo. Un famoso discepolo suo si chiama Rabano Mauro.
Il pericolo dell' adozionismo :
Nel secolo VIII uno dei pericoli più gravi che minacciavano la purezza della fede ecclesiale proveniva dalla Spagna, dove era rinata una nuova forma di adozionismo che insegnava come il Cristo non fosse il Figlio naturale di Dio, ma un semplice figlio adottivo. Non è questo il Vangelo !
La risposta di Alcuino :
Nella sua risposta, Alcuino condensa in una sintesi molto bella e concisa la dottrina mariana legittimata dal Concilio di Efeso e ripresa da quello di Calcedonia.
Usa il paragone della lana, che attinge da un autore africano del V° secolo, il monaco Arnobio il Giovane. Infatti la lana, per trasformarsi in porpora, deve assorbire il sangue del murice, così la Vergine Maria ha assorbito il color porpora della divinità quando su dei lei discese lo Spirito Santo e fu ricoperta dall'ombra dell'Altissimo :
« Il beato evangelista, per mostrare in Cristo la proprietà di una sola persona, afferma :
"Il Verbo si fece carne" (Gv 1, 14) (...)
La beata Vergine Maria, fatta salva l'integrità del suo corpo, lo ha generato Dio e uomo. Lei, più bianca della lana, stupenda nella sua verginità e non paragonabile a nessun'altra vergine che sta sotto il cielo, è stata così straordinaria e grande da divenire l'unica che poté accogliere nel suo grembo la divinità. Infatti come la lana si imbeve del sangue della conchiglia affinché la porpora, tratta dalla stessa lana, diventi degna di una maestà imperiale - infatti la indossa esclusivamente colui che di fatto è insignito della maestà imperiale, - allo stesso modo, quando lo Spirito Santo discese sulla beata Vergine, la potenza dell'Altissimo distese su di lei la sua ombra affinché la lana risplendesse del color rosso porpora della divinità e fosse veramente degna di essere indossata solo dall'eterno Imperatore.
In tal modo la beatissima Vergine Maria è diventata sia Theotokos che Christotokos. Infatti anche se prima di lei nel popolo ci sonco state delle christotokai, cioè delle madri di cristi, tuttavia esse né sono state vergini né sono state adombrate dallo Spirito Santo e dalla potenza dell'Altissimo, così da essere trovate degne di generare Dio. Maria invece non è solo la Christotokos ; ella è anche l'unica Theotokos ; è la sola vergine che, concependo per opera dello Spirito Santo e della potenza dell'Altissimo, ha ricevuto una così grande gloria da dare alla luce Dio, cioè il Figlio di Dio, coeterno e consostanziale al Padre.
Maria è vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Infatti era cosa degna che, nascendo Dio, crescesse il merito della castità, affinché l'integrità non fosse violata dall'arrivo di colui che sarebbe venuto per sanare ciò che era corrotto. Del resto, non disdegnò di entrare in un ristretto seno verginale colui che regge i cieli ; che riempie l'immensità dell'intero creato e alla cui nascita l'esercito degli angeli discese per cantare : "Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà"(Lc 2,14).».[1]
Commentando le parole di Gesù alla Vergine in occasione delle nozze di Cana, Alcuino mette bene in luce, mediante la dottrina cristologica delle due nature, il tipo di rapporto che lega il Salvatore alla Madre sua :
« Egli non getterebbe discredito sulla Madre sua ; lui che ordina a noi di onorare il padre e la madre ; e non negherebbe che ella è sua Madre, dal momento che non si rifiutò di prendere carne dalla carne di lei... Ma quando, sul punto di operare un miracolo, egli dice : "Che c'è tra me e te, o donna?,
Cristo intende significare che egli non ha preso da colei che è sua Madre nell'ordine temporale il principio della sua divinità, mediante cui stava per operare il miracolo, ma che lo ha ricevuto fin dall'eternità dal Padre suo. »[2]
In termini molto chiari Alcuino intende dunque precisare che Maria è vera Madre di Dio perché ha dato una natura umana al Figlio eterno del Padre ; ma che, d'altra parte, non ha nulla a che vedere con l'origine divina ed eterna di questo Figlio.
Tuttavia, alludendo alla scena giovannea del Calvario, con Maria ai piedi della croce (Cf. Gv 19, 25-27), l'autore completa il suo pensiero :
« Ma verrà l'ora in cui egli mostrerà ciò che ha in comune con la Madre allorché, morente sulla croce, affiderà la Vergine al discepolo vergine.» [3]
Dalla fede vera scaturisce l'amore personale
Alcuin ha una devozione personale davvero toccante, riportiamo bellissimi esempi :
« Tu sei il mio dolce amore, il mio gioiello, la grande speranza della mia salvezza. Aiuta il tuo servo, o Vergine gloriosa. La mia voce risuona tra le mie lacrime ; il mio cuore brucia d'amore. Presta attenzione anche alle preghiere di tutti i miei fratelli che ti implorano : O Vergine, tu sei piena di grazia ; per tuo tramite possa la grazia di Cristo salvarci. »[3]
« Possano la devozione e l'onore richiamare la tua memoria in questo luogo, Regina del cielo, che sei la più grande speranza della nostra vita. Guarda con la tua abituale pietà i figli di Dio che ti invocano, o Vergine umilissima. Nella tua clemenza presta attenzione in ogni momento alle nostre suppliche e dirigi con le tue preghiere i nostri giorni dappertutto e sempre. »[4]
[1] De fide sanctae et individuae Trinitatis 3, 14, PL 101, 46-47
[2] In Joannem, I, 2, 3-4, PL 100, 766-767
[3] In Joannem, I, 2, 4, PL 100, 767 A
[4] PL 101, 771 B
[5] PL 101, 749 D
Estratti da : GAMBERO Luigi,
Maria nel pensiero dei teologi latini medievali,
ed San Paolo, 2000, p. 61-67
