Le premier ouvrage collectif ouvertement dédié à la promotion du «nouveau dogme» a été publié en 1995 par M. I. Miravalle[1].
Une introduction signée par Miravalle présente du travail.
Le nouveau dogme semble particulièrement approprié:
Si les dogmes antérieurs ont défini les dons et les prérogatives de la Vierge [Immaculée conception, virginité, maternité divine, Assomption], on aurait la doctrine complète uniquement si on soulignait également sa mission unique dans le plan rédempteur, et le dogme serait précisément « la perfection de la formulation de la doctrine. »[2]
A cela s'ajoutent des raisons d'opportunité:
- le dogme offrirait un fondement solide à la dévotion mariale en la sauvegardant des excès opposés,
- il répondrait de manière adéquate au féminisme radical,
- il donnerait au peuple de Dieu un modèle ecclésial profond où chaque chrétien est présenté comme un «collaborateur» (cf. 1 Co 3, 9) ou corrédempteur dans le Christ.
La définition, contrairement aux apparences, serait un « service véritable et durable à la mission œcuménique authentique de l'Eglise »[3] et une promotion de la vraie dignité de la personne humaine.
[1] Miravalle, M. I. (ed.), Mary Coredemptrix, Mediatrix, Advocate. Theological Foundations. Towards a Papal Definition?, Queenship Publishing, Santa Barbara 1995
[2] Ibid., xiv.
[3] Ibid., xvii.
Don Andrea VILLAFIORITA MONTELEONE, Alma Redemptoris socia. La cooperazione di Maria santissima alla Redenzione nella teologia contemporanea, Tesi di Dottorato in Teologia diretta dal Prof. Dott. Antonio Ducay ROMA 2009 (Pontificia università della santa Croce, facoltà di teologia), p. 86
La prima opera collettiva dichiaratamente dedicata alla promozione del "nuovo dogma" uscì nel 1995 a cura di M. I. Miravalle[1].
Un'introduzione a firma dello stesso M. I. Miravalle inquadra l'opera.
Il nuovo dogma parrebbe quanto mai opportuno :
Se i dogmi precedenti hanno definito i doni e le prerogative della Vergine [Immacolata Concezione, verginità, divina maternità, Assunzione], si avrebbe la completezza dottrinale soltanto sottolineando anche la sua singolare missione nel piano redentivo; e il dogma rappresenterebbe appunto la «perfezione di formulazione dottrinale»[2].
A ciò si aggiungono ragioni di opportunità :
- Il dogma fonderebbe solidamente la devozione mariana salvaguardandola dagli opposti eccessi,
- risponderebbe adeguatamente al femminismo radicale,
- donerebbe al popolo di Dio un modello ecclesiale profondo in cui ogni cristiano viene presentato come 'collaboratore' (cfr. 1Cor 3,9) ovvero 'corredentore' in Cristo.
La definizione inoltre, a discapito delle apparenze, costituirebbe un «vero e durevole servizio all'autentica missione ecumenica della Chiesa»[3] e promuoverebbe l'autentica dignità della persona umana.
[1] Miravalle, M. I. (ed.), Mary Coredemptrix, Mediatrix, Advocate. Theological Foundations. Towards a Papal Definition?, Queenship Publishing, Santa Barbara 1995
[2] Ibid., xiv.
[3] Ibid., xvii.
Don Andrea VILLAFIORITA MONTELEONE, Alma Redemptoris socia. La cooperazione di Maria santissima alla Redenzione nella teologia contemporanea, Tesi di Dottorato in Teologia diretta dal Prof. Dott. Antonio Ducay ROMA 2009 (Pontificia università della santa Croce, facoltà di teologia), p. 86